INTERPELLANZA URGENTE AL CONSIGLIO FEDERALE
Nel corso del mese di maggio, la bufera giudiziaria è nuovamente montata sull’Expo 2015 di Milano; la magistratura italiana ha arrestato varie persone per una vicenda di appalti e di mazzette: tra queste figura anche il general manager di Expo 2015.
Secondo quanto rivelato da un noto quotidiano finanziario italiano, nel mirino della cosiddetta “cupola degli appalti” vi sarebbe stata anche la costruzione del Padiglione svizzero alla manifestazione, anche se non è chiaro se gli appalti ad esso legati siano coinvolti nella vicenda o se vi fosse unicamente l’intenzione di farli rientrare nella “cupola”.
Ad ogni modo, quel che è certo è che questa vicenda, al di là delle dichiarazioni di facciata, rischia di mettere a serio rischio l’organizzazione nei tempi previsti dell’Expo 2015 e getta l’ennesima ombra su un evento per cui il nostro paese intende investire 40 milioni di franchi, di cui 23 a carico della Confederazione stessa, come votato dal Parlamento lo scorso anno. Già in tempi non sospetti il Consiglio federale era stato invitato alla prudenza in merito alla partecipazione svizzera a questo evento (cf. interpellanza 12.3535 e domanda 13.5084). I recenti avvenimenti richiedono quindi una presa di posizione rapida da parte del Consiglio federale.
Alla luce di questa premessa, chiedo quindi al Consiglio federale:
1. Corrisponde al vero che il Padiglione svizzero è stato coinvolto in questa vicenda di appalti e mazzette?
2. Può affermare con certezza che i milioni investiti dalla Confederazione (provenienti dal settore pubblico e dal settore privato) sono e saranno spesi in favore di ditte e imprenditori non coinvolti in questa vicenda?
3. Oltre alla Confederazione stessa, quali attori economici del settore privato partecipano alla spesa di 40 milioni di franchi prevista per il Padiglione svizzero?
Pierre Rusconi, consigliere nazionale UDC TI
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