Le forze armate ucraine sono intervenute contro insorti pro-russi, giovedì a Slaviansk, bastione dei separatisti. La Russia ha immediatamente avviato manovre militari alla frontiera. Tutte le condizioni per una guerra in Ucraina sono presenti, mettono in guardia gli osservatori, che chiedono di intensificare le sanzioni economiche contro la Russia e di condurre veri negoziati internazionali.
Per far intendere ragione al presidente russo Vladimir Putin, il quotidiano francese La Croix chiede all’Occidente di inasprire senza tardare le sanzioni economiche : “Oggi in Ucraina sono riunite tutte le condizioni di un’escalation. L’inconveniente è che la situazione attuale aumenta il rischio di un’esplosione. Le autorità russe, che sono in attesa di un pretesto, fanno un parallelo con la crisi dell’Ossezia del Sud del 2008.
Per gli occidentali la sfida è convincere il Cremlino che per la Russia vi sono più inconvenienti che vantaggi se persegue la sua politica espansionistica. L’unica via pacifica sarebbe amplificare le sanzioni economiche.
Il negoziato con Mosca non può basarsi sull’illusoria buona volontà di Vladimir Putin, ma su un rapporto di forza che deve essere invertito al più presto.”
Se le parti del conflitto non siedono immediatamente al tavolo dei negoziati, la guerra potrebbe minacciare l’Ucraina orientale, scrive il quotidiano sloveno Delo : “Anche se i primi dirigenti ucraini dell’era post-sovietica hanno indubbiamente rovinato l’economia del paese, non si aspettavano certo di trovare una nazione disunita. Un dettaglio che sembra dimenticare l’attuale ‘giunta’, per riprendere un termine usato dal presidente russo Putin per designare il governo di Kiev.
Né la Crimea né il bacino del Donbass hanno avuto bisogno di soldati russi affinchè la loro popolazione si sollevasse contro Kiev. Soltanto negoziati internazionali rapidi e seri potrebbero ancora salvare dalla guerra quel che rimane dell’Ucraina.
Questi negoziati dovrebbero tuttavia portare a una maggiore autonomia per le regioni. Meglio dei negoziati adesso, che degli accordi di Dayton ‘ucraini’ più tardi.”