Il portale d’informazione Marianne.fr si è procurato la versione provvisoria di un testo, redatto da parlamentare europei, molto critico sull’azione della Troika, l’istituzione composta da rappresentanti del Fondo monetario internazionale, della Commissione europea e della Banca centrale europea che ha fatto sprofondare diversi paesi nella povertà assoluta.

E’ stato necessario arrivare quasi alla fine del mandato del Parlamento europeo per mettere in luce uno dei capitoli meno gloriosi della storia dell’Unione europea : come ha agito e come agisce la famosa Troika, che dal 2010 ha imposto una dannosa austerità alla Grecia, all’Irlanda, al Portogallo e a Cipro.

E’ il tema di un rapporto d’indagine della Commissione degli affari economici e monetari del Parlamento di Strasburgo, la cui versione provvisoria è stata consultata dal sito Marianne.fr.

Le tre istituzioni che formano la Troika non si sono precipitate a rispondere alle domande dei parlamentari : Il Fondo monetario internazionale ha delegato il suo rappresentante regionale. La Banca centrale europea ha rifiutato di dire se al suo interno vi siano stati dei dibattiti e ha fatto sapere che il suo presidente Mario Draghi non si sentiva in obbligo di dare spiegazioni.

La versione provvisoria del rapporto d’indagine sulla Troika presenta un quadro che farebbe rizzare i capelli a qualunque cittadino europeo rispettoso del diritto.

Non solo il mandato della Troika non è chiaramente definito e manca di trasparenza, ma addirittura nei trattati dell’Unione europea nel 2010 non esisteva alcuna base giuridica per la sua creazione.

La Troika rende conto del suo agire all’Eurogruppo (il Consiglio dei ministri delle finanze della Zona euro), anche questa un’istanza informale, perchè solo il Consiglio dei ministri dell’economia e delle finanze dove sono rappresentati i 28 Stati membri ha un’esistenza istituzionale.

Vi sono diverse infrazioni ai principi : la Commissione europea era in pieno conflitto d’interessi in quando essendo “la guardiana dei trattati” gestiva anche la loro trasgressione.
In questo modo la Troika ha imposto riforme dei sistemi della salute alla Grecia, all’Irlanda e al Portogallo violando l’articolo 168 del trattato di Lisbona, il quale prescrive che queste questioni competono unicamente agli Stati.

Manipolazione politica

Per quanto riguarda la Banca centrale europea, il rapporto d’indagine parlamentare attira l’attenzione su un possibile conflitto d’interessi fra l’attuale ruolo della Troika quale consigliere tecnico e il suo statuto di creditore nei confronti di quattro Stati membri dell’UE. Senza contare i sospetti di manipolazione politica.

Jean-Claude Juncker (presidente dell’Eurogruppo dal 2005 al 2013) ha ammesso di fronte ai deputati europei che l’Eurogruppo aveva sostenuto le raccomandazioni della Troika senza esaminare le specifiche implicazioni politiche.

In un clima dove le responsabilità politiche sono dissolte, i diversi attori tirano le redini secondo le proprie esigenze. La Banca centrale europea rifiuta di mettere a contribuzione i senior bond holders, le banche e i fondi che avevano sottoscritto le ghiotte emissioni di obbligazioni delle banche irlandesi in fallimento.

E’ dopo l’insistenza di Jean-Claude Trichet, ex presidente delle Banca centrale europea, terrorizzato dall’idea di una destabilizzazione del sistema bancario, che il bilancio irlandese si è fatto interamente carico delle perdite delle banche private, causando un deficit pubblico di oltre il 9% del Pil.
E’ per ordine del Commissario europeo per gli affari economici e monetari Olli Rehn che la Grecia è stata obbligata a un esercizio di riduzione accelerata del suo deficit pubblico, mentre il Fondo monetario internazionale premeva per privilegiare una politica di riduzione dei costi salariali, una svalutazione interna.
Di colpo i greci hanno subito una deflazione dei salari (-22% per i salari minimi) e del bilancio e alla fine una ristrutturazione del debito, oltre a tre anni di una terribile recessione.

Il bilancio della Troika è ben lontano dall’essere globalmente positivo : nei quattro paesi sotto controllo l’indebitamento del paese non è calato, al contrario è esploso.
L’Irlanda uscirà dalla sua situazione di assistenza europea, ma d’ora in poi ha un debito pari al 120% del Pil, mentre prima della crisi era del 30%.
La Grecia si trascina un indebitamento di oltre il 170% del suo Pil, allorchè nel 2012 aveva beneficiato della cancellazione della metà dei suoi debiti bancari. La disoccupazione è esplosa (25%) mentre il governo di Atene sollecita per quest’anno una nuova operazione.

Il rapporto d’indagine parlamentare deplora che nei quattro paesi sotto controllo della Troika, dal 2008 l’ineguale ripartizione dei redditi sia cresciuta oltre la media. Inoltre la riduzione delle prestazioni sociali e l’aumento della disoccupazione causano un aumento della povertà.

Il confronto politico destra-sinistra in seno al Parlamento europeo dovrebbe comunque impedire l’adozione entro aprile di un rapporto che formalmente condanni la politica di austerità.

(Fonte : Blogapares.com)