Una missiva che suscita sconcerto nei Giovani UDC

L’hanno scritta e spedita i molinari

I Giovani UDC prendono atto con sconcerto della missiva inviata dal Centro sociale autogestito all’attenzione del Municipio della città di Lugano. Nella speranza che non sia altro che un pessimo 1° aprile anticipato, e che gli “acculturati” fruitori degli spazi di proprietà della Città (per altro a titolo gratuito) non intendevano sicuramente dettar legge, teniamo a ricordare che il CSOA non è ne proprietario e men che meno affittuario della struttura dell’ex Macello di Lugano. Ne consegue che, da parte delle Autorità cittadine non vige alcun obbligo di avviso/accordo/richiesta per un sopralluogo.

Forse, alcuni di loro hanno la memoria corta, ma l’unico motivo ¨per il quale si trovano ancora lì è perché hanno sapientemente saputo istillare una paura nelle menti dei membri del Municipio di Lugano, quella di una violenta manifestazione in città in caso di sfratto come già avvenuto altrove in passato. Un timore cui i Giovani UDC preferirebbero che le Autorità cittadine, e anche quelle cantonali, soprassedessero e iniziassero ad agire affinché gli autogestiti vengano spostati altrove, fuori dal centro città, e gli spazi dell’ex Macello vengano finalmente sfruttati per dei seri progetti in favore della cittadinanza. Le idee espresse da più parti sono molteplici, è ora di agire.

Giovani UDC Ticino

Post scriptum. Approfitto di questo comunicato per riferire succintamente sull’ultima conferenza stampa del Municipio (20 febbraio).
Presenti: Borradori, Foletti, Quadri; cioè il 42,857% dell’Esecutivo. Di non leghisti (magari per puro caso) nessuna traccia. “Abbiamo fatto il sopralluogo al Macello”. Quello che IO ho capito:
— Chiapparino era presente.
— NON sono entrati in “territorio autogestito”.
— Ci sono lavori urgenti da effettuare (tetti). Per fortuna il credito è già stato votato.
— Gli spazi sono “interessanti”: adatti per eventi sociali, aziendali, mercatini, eccetera.
— Si potrebbero affittare con un discreto incasso.
— In ogni caso il Macello è un bene culturale protetto. Si dovranno conservare i volumi.
Timida domanda, avanzata da un signore pelato (che evidentemente giornalista non è, perché nessun giornalista porta la cravatta): “E… la scuola media? La petizione?”
— Non si può escludere, ma in questo caso sarà necessario un cambiamento di piano regolatore. Inoltre il DECS è notoriamente contrario.
“Il Municipio è favorevole all’edificazione della nuova scuola tra la palestra vecchia e la biblioteca?” (La “soluzione” di Bertoli, deturpante e orripilante).
Scarso entusiasmo, smorfie.
— Potrebbero esserci anche in quel caso problemi di PR…
— C’è un terreno di proprietà delle AIL di fronte alle scuole Lambertenghi…

In conclusione: i molinari, scuole o non scuole, non hanno gran che da temere. Quel che non hanno fatto il Nano e Regiorgio (l’uno in Cielo, l’altro pensionato) non lo farà certo Borradori.

Dopo la conferenza stampa di solito scelgo il Sass Café o il Porto.

 

Relatore

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