Scadrà il prossimo 1° aprile il termine di pagamento della prima fattura per l’anno in corso, emessa dalla Billag, relativa al canone di ricezione della RSI. In questo momento, però, introdurrei molto volentieri la polizza di pagamento nel tritacarte, perché mi disturba assai essere obbligata a finanziare a carissimo prezzo un servizio pubblico che fa dell’informazione unilaterale – cioè della disinformazione -, venendo meno ai suoi compiti istituzionali di equidistanza.
Ho sempre ritenuto fondamentale ( e anche un privilegio) per il Ticino, il Grigioni italiano e tutta la Svizzera italiana poter beneficiare di un’emittente radiotelevisiva in lingua italiana, che ha contribuito a concretizzare un federalismo di fatto e non solo di nome. Però c’è un limite, che spesso è stato superato, quello cioè di fornire ai fruitori, agli utenti e ai cittadini un’informazione davvero equilibrata. La RSI dispone senz’altro di validi collaboratori, ma la sua informazione è talvolta unilaterale e questo non depone a favore della qualità di un’azienda di servizio pubblico. Questa impostazione deve finire e i dirigenti responsabili dovrebbero forse modificare l’attuale linea aziendale nel campo dell’informazione e non solo.
Subito dopo la diffusione dei risultati del voto sull’immigrazione dello scorso 9 febbraio e nei giorni seguenti, nei servizi informativi si è addirittura fatto capo ad una sorta di terrorismo mediatico, reiterando all’inverosimile, con un’enfasi rara alle nostre latitudini, le possibili ripercussioni, derivanti dalle minacce dell’UE, nei confronti del nostro Paese, omettendo quasi sempre di riconoscere l’importanza del voto popolare e di presentare le posizioni di coloro che hanno sottolineato la valenza di questo voto . Più in generale – e non solo nell’ambito dell’informazione – tutto ciò che viene dall’Europa alla RSI è “cosa buona e giusta” ed è altrettanto doveroso che ci si adegui. Andate a risentire certi servizi radiofonici e a rivedere alcuni dibattiti e telegiornali per accertarvene. E non penso solo ai risultati della recente votazione, ma anche ad altre tematiche che hanno subito lo stesso trattamento. Di esempi al riguardo ne ho parecchi.
Che gran parte degli organi d’informazione elvetici (Ringier ecc.) abbia preso parte alla cordata contro l’iniziativa per la limitazione dell’immigrazione di massa è del tutto legittimo e non stupisce più di tanto, vista anche l’egemonia culturale e mediatica esercitata da alcune cerchie, ma il servizio pubblico RSI non può permettersi di utilizzare certi parametri e, soprattutto, non deve essere tollerata al suo interno la visione unilaterale, indipendentemente dal tema in oggetto.
Sarebbe doveroso che anche la CORSI ne prendesse atto e agisse di conseguenza, anche perché i suoi macchinosi organismi (i vari Consigli del pubblico e regionali) sembrano sempre più delle coperture di poca o nulla utilità.
Ne guadagnerebbero la stessa azienda di servizio pubblico e tutti i cittadini.
Iris Canonica
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