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Morìa delle api : vicini alla catastrofe se misure adeguate non verranno prese rapidamente

Il problema della morìa delle api negli Stati Uniti e in Europa è noto da tempo : la mancanza di api minaccia talune colture che ne dipendono per l’impollinazione. Secondo un’indagine condotta dalla University of Reading, in 41 paesi, il declino degli alveari negli ultimi cinque anni è allarmante.

I ricercatori inglesi hanno constatato che fra il 2005 e il 2010 la richiesta dei “servizi di impollinazione” è aumentato cinque volte più rapidamente della popolazione delle api. Circa la metà dei paesi esaminati ha una vistosa carenza di api.

In Gran Bretagna gli alveari permettono di rispondere unicamente a un quarto della richiesta totale di impollinazione. A livello europeo le api soddisfano fra il 25% e il 50% del fabbisogno.

“Ci avviamo alla catastrofe se misure adeguate non verranno prese rapidamente – mette in guardia Simon Potts, professore di biodiversità e degli ecosistemi presso la University of Reading.
Sino ad oggi questa mancanza è stata parzialmente compensata da altri insetti, come le api selvatiche e i calabroni. Ma gli scienziati non conoscono le abitudini delle api selvatiche e le loro abitudini di impollinazione; inoltre potrebbero loro stesse essere minacciate.

“Studi recenti hanno evidenziato uno spettacolare calo della popolazione di api selvatiche in tutt’Europa a causa della combinazione di un’agricoltura intensiva, del degrado degli habitat, della propagazione di malattie e parassiti e del riscaldamento climatico – hanno spiegato i ricercatori.

Il declino della popolazione di api non è l’unico fattore di questo deficit : in causa c’è anche l’aumento del numero delle terre messe in coltivazione.
Dal 1961, la superficie consacrata alle colture che dipendono dalle api è aumentata del 300%.
Un aumento che si spiega parzialmente con il fatto che sempre più agricoltori hanno iniziato a coltivare mais e altre colture usate per la produzione di biocarburanti. Così facendo hanno eliminato i fiori e altre piante di cui si nutrono le api.
La mancanza di nutrimento le ha rese più vulnerabili alle malattie e alla tossicità dei pesticidi.
E’ in questo modo che si spiega anche il fenomeno chiamato “sindrome del crollo delle colonie”, la distruzione totale e improvvisa di un alveare.

Redazione

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  • E perchè non eliminare pesticidi ed altri prodotti chimici, oltre alle sterili piante modificate geneticamente, e tornare ad una sana agricoltura rispettosa della natura, e di tutte le sue componenti, compresi gli insetti, anche quelli giudicati nocivi, che in realtà fanno parte dell'ecosistema, principalmente per vendere prodotti ad alto valore aggiunto, quelli si sicuramente nocivi, anche per i consumatori.

  • ..non ci saranno mica correlazioni sul fatto che monsanto & co puntano al monopolio delle sementi ..senza l'intralcio di quelle naturali.
    sicuramente non cenè saranno neanche con la costruzione del gigantesco silos bunker di svalbard che ospita migliaia di specie di sementi naturali, praticamente quasi tutte, esigenza vagamente evocativa di presagi futuri poco felici in materia.
    và con sè che anche le irrorazioni chimiche aeree fatte ormai secondo veri e propri programmi militari, con la blanda motivazione del controllo (distruzione) climatico, non avranno nulla a che vedere con la moria di specie vegetali e ampi settori dell'ortofrutta...
    insomma non si capisce bene l'origine degli innumerevoli disastri nell'ultimo decennio, praticamente in tutti gli ambiti del creato, se non chè, inclinando ad un pò di sana diffidenza.

    a volte aiuta molto più pensar male facendo peccato, quasi sempre ci si azzecca.

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