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Un’immigrazione fuori controllo paralizza l’Europa

L’immigrazione e l’asilo dovrebbero condurre l’Europa a parlare con una voce sola. Difficile però immaginare più discordia e confusione. Tre mesi dopo l’annegamento di 366 eritrei a Lampedusa – naufragio che il Papa aveva definito una vergogna per l’Unione europea – i 28 Stati membri dell’UE tardano a trovare una risposta, mentre aumenta il timore di un arrivo in massa di rifugiati dalla Siria.

Malgrado le tempeste invernali, nel canale di Sicilia il dramma continua. Nelle ultime 48 ore i soccorsi hanno salvato più di un migliaio di migranti, provenienti dall’Egitto, dall’Irak, dal Mali, dal Niger, oltre a pachistani, somali e tunisini.
Le pattuglie sono condotte dalla marina italiana. La vasta sorveglianza “europea” non è ancora operativa.

Il summit europeo che si è svolto in dicembre si è concluso con niente di concreto, né sui mezzi navali da dispiegare né per quanto riguarda il dossier politicamente avvelenato sull’asilo.
La paralisi si annuncia e un fossato viene scavato fra l’Europa mediterranea, in prima linea nei salvataggi, e l’Europa del Nord, che sostiene di accogliere la maggior parte dei rifugiati giunti nell’UE.

L’Europa devastata dalla crisi economica e dalla disoccupazione teme un afflusso di migranti e di rifugiati e il tema avrà un certo peso nelle elezioni europee del prossimo maggio.
“A quattro mesi dal voto nessuno intende fare troppo rumore – confida uno dei 28 capi di Stato europei – Se l’immigrazione selvaggia s’impone nella campagna elettorale, tutti perderanno dei voti.”

In Francia, nel Regno Unito o nei Paesi Bassi l’estrema destra e una parte della destra già sfruttano il filone.
“E’ una bomba politica – commenta un diplomatico britannico – Per difendere il diritto all’asilo si deve innanzitutto mantenere il consenso sociale, cioè reprimere gli abusi.”

L’attuazione di un sistema d’asilo e di ritorni forzati dovrà aspettare l’estate, dopo le elezioni europee.
Cipro, Spagna, Grecia, Italia e Malta chiedono che venga cambiata la regola che rende il paese di sbarco unico competente per esaminare le domande d’asilo nell’UE.
Angela Merkel e François Hollande rispondono che non se ne parla nemmeno. Anche i paesi del nord sono confrontati a un marcato arrivo di migranti, anche se è meno visibile che sul Mediterraneo.
I migranti arrivano come turisti su aerei, treni o autobus.
La Germania, la Francia, la Svezia, il Belgio e il Regno Unito hanno assorbito nel 2013 il 70% di 330’000 richieste d’asilo.
Secondo Eurostat il movimento accelera : a più di 100’000, le richieste sono esplose di circa il 50% nel secondo trimestre 2013.

(Le Figaro.fr)

Redazione

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