Categories: Democrazia attiva

Sull’immigrazione prevalga la sovranità nazionale – di Nicholas Marioli


Il prossimo 9 febbraio saremo chiamati alle urne per votare sull’iniziativa popolare denominata “Contro l’immigrazione di massa”.

L’ iniziativa chiede che la Svizzera ritorni ad essere autonoma nella politica degli stranieri, riprendendo la propria sovranità, come avveniva prima della sottoscrizione degli accordi bilaterali, di Schengen e di tutti i trattati internazionali. Il testo dell’iniziativa vuole ancorare questo principio alla Costituzione Federale, assieme ad una limitazione (dove sarà in seguito il legislatore a deciderne le proporzioni) del rilascio dei permessi di soggiorno, un tetto massimo alle accettazione delle richieste d’asilo ed un contingentamento del frontalierato. Inoltre potranno essere limitati anche il soggiorno duraturo, il ricongiungimento famigliare e le prestazioni sociali.

Non sarà ammesso concludere accordi internazionali, che non permettano o che siano contradditori con la piena autonomia di questo principio. Considerato che gli attuali trattati internazionali, supremi sulle nostre leggi, non permettono la sovranità degli Stati: si dovranno rescindere gli attuali accordi e sarà necessario restipularne dei nuovi compatibili con la volontà popolare.

L’attuale politica in materia di immigrazione ha fallito totalmente e i risultati negativi sono sotto agli occhi di tutti. I principali fattori che ci hanno svantaggiato sono in buona sostanza due.

Il primo legato all’economia e al mercato del lavoro. Senza un contingentamento del frontalierato, una limitazione dei padroncini e dei permessi di soggiorno, questi fenomeni hanno portato ad una concorrenza sleale al ribasso dei salari soprattutto nel settore terziario, con la conseguenza di un aumento della disoccupazione.

Il secondo legato alla sicurezza e al nostro benessere. In questi anni senza una seria limitazione dell’immigrazione, abbiamo importato molta criminalità e abusi nel sociale. Inoltre conviviamo con una multiculturalità divenuta insostenibile. Per questi motivi dobbiamo avere l’assoluta autonomia, in modo da poter controllare l’immigrazione. Questa iniziativa è una reale soluzione a tutte queste problematiche.

Nicholas Marioli

Relatore

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  • l'iniziativa non risolve nessun problema. Soprattutto non risolve il problema dei clandestini e degl'illegali.

    inoltre la sua accettazione, insieme all'imposizioni di contingenti bassi che impediranno anche solo ad un lavoratore ue di entrare in Svizzera per lavorare provocherà la disdetta degli accordi bilatera da parte dell'ue.

    La Svizzera potrà chiedere di (ri)negoziare dei nuovi accordi con l'ue, ma quest'ultima non ha e non avrà assolutamente nessun interesse a concederci degli accordi più vantaggiosi rispetto all'adesione pura e semplice. E quindi non se ne farà niente e l'assenza di accordi con l'ue farà voltare marsina a economiesuisse che chiederà l'adesione all'ue.

    e saremo praticamente costretti ad aderire all'ue!

    per questo si deve assolutamente votare NO a questa nuova iniziativa placebo dell'svp!!

    • L'UE può strillare finchè vuole, i giorni della sua (presunta) onnipotenza sono finiti.
      Se vendessimo la nostra quota del debito nazionale tedesco (di cui siamo creditori principali) alla Russia, la Merkel non potrebbe più neanche soffiarsi il naso senza chiedere il permesso a Putin.
      Inoltre, un contingentamento dei trasporti pesanti provocherebbe una serie di fallimenti a raffica all'interno dell'UE.
      Non dimentichiamo che le regioni di frontiera di Italia e Francia vivono dei ristorni dei frontalieri.
      Morale: noi potremmo stare un po' meno bene, ma per loro sarebbe una catastrofe in tempi in cui basta ormai poco per dare la spallata definitiva alla torretta di Lego comunitaria.
      L'UE alza la voce? Sputiamole in bocca come merita.

    • L'UE ha tutto l'interesse a rinegoziare gli accordi con la Svizzera, pensiamo solo agli accordi sul traffico aereo o stradale: i singoli paesi che ne beneficia alzerebebro subito la voce affinché questi accordi vengano ripristinati, dato che ne va della loro economia.

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