(fdm) Con buona pace dell’amico ed esemplare ex alunno Lorenzo io direi: dell’Ambrogio scriva ciò che vuole, e Quadri risponda… ciò che crede. Ai giornalisti queste cose piacciono!
Il mio feeling mi dice che questo articolo “col botto” del segretario di Stato non appare per caso. Affaire à suivre!
Un Segretario di Stato partiticizzato si può permettere di tutto e di più?
INTERPELLANZA AL CONSIGLIO FEDERALE
Il Segretario di Stato per l’educazione e la ricerca Mauro Dell’Ambrogio, esponente del PLR, ha pubblicato sull’edizione del foglio di partito Opinione Liberale del 6 dicembre us un articolo dai toni denigratori nei confronti della Lega dei Ticinesi, prima forza politica nel Consiglio di Stato ticinese oltre che nel municipio di Lugano.
Nello scritto Dell’Ambrogio, che si firma utilizzando la qualifica di Segretario di Stato, arriva a denigrare anche persone defunte, segnatamente Giuliano Bignasca e Flavio Maspoli.
L’articolo è stato ripreso dal portale liberatv al link http://www.liberatv.ch/articolo/18878/mauro-dellambrogio-prende-schiaffi-la-lega-%C3%A8-la-fine-dellinganno-permanente/index
Che un Segretario di Stato, forse bramoso di tornare sulla scena politica ticinese (dove peraltro non ha mai goduto di particolare favore come dimostrano i risultati elettorali ottenuti dal diretto interessato in veste di candidato) si produca in simili esternazioni, firmandosi oltretutto con la qualifica di “Segretario di Stato”, è probabilmente un fatto senza precedenti; ben difficilmente un simile atteggiamento può essere ritenuto consono all’alto ruolo e alla funzione ricoperti nell’amministrazione federale.
Chiedo al Consiglio federale:
– Il CF trova normale che un Segretario di Stato pubblici articoli denigratori su un periodico politico nel suo Cantone d’origine, utilizzando oltretutto per firmarsi la qualifica di “Segretario di Stato”?
– Il CF trova normale che in questi articoli un Segretario di Stato, per di più per l’educazione, si spinga fino alla denigrazione di persone defunte?
– Simili iniziative sono compatibili con il ruolo di Segretario di Stato?
– Fermo restando che ogni cittadino ha diritto ad avere le proprie opinioni politiche, non ritiene il CF che un funzionario federale del livello più alto debba tuttavia rimanere entro centri limiti quando firma un articolo partitico utilizzando la qualifica di “Segretario di Stato”?
– E’ intenzione del CF intervenire nei confronti del Segretario di Stato per l’educazione e la ricerca Mauro Dell’Ambrogio pretendendo per il futuro un comportamento più consono al ruolo rivestito dal Signor Dell’Ambrogio all’interno dell’amministrazione federale?
Lorenzo Quadri, consigliere nazionale, Lega dei Ticinesi
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Il mio feeling mi dice che questo articolo “col botto” del segretario di Stato non appare per caso. Affaire à suivre!
Perfettamente d'accordo caro Professore.
Cito qui di seguito, e mi scuso per il rimando (in effetti mi sono chiesto: perché tradire un testo così ben scritto e sintetico con una mia imprecisa trascrizione?) la pagina tredici del famosissimo tomo di Naomi Klein dal titolo "Shock Economy". Un libro maltrattato (perché bestseller popolare) tuttavia accessibile e divulgativo delle strategie messe in atto dal capitalismo contemporaneo per mantenere l'egemonia politica.
Inizio citazione
"In uno dei suoi saggi più influenti, Friedman formulò la panacea tattica che costituisce il nucleo del capitalismo contemporaneo, e che io definisco «dottrina dello shock». Osservava che «soltanto una crisi - reale o percepita - produce vero cambiamento. Quando quella crisi si verifica, le azioni intraprese dipendono dalle idee che circolano. Questa, io credo, è la nostra funzione principale: sviluppare alternative alle politiche esistenti, mantenerle in vita e disponibili finché il politicamente impossibile diventa politicamente inevitabile». Alcune persone accumulano cibo in scatola e acqua in previsione di grandi disastri; i friedmaniani accumulano idee per il libero mercato. E quando la crisi colpisce - ne era convinto il professore dell'Università di Chicago - è fondamentale agire in fretta, imporre un mutamento rapido e irreversibile prima che la società tormentata dalla crisi torni a rifugiarsi nella «tirannia dello status quo». Friedman stimava che «una nuova amministrazione dispone di un periodo di sei-nove mesi in cui realizzare i principali cambiamenti; se non coglie l'opportunità di agire incisivamente in quel periodo, non avrà un' altra occasione del genere». Fine citazione.
Mi sembra facile ritrovare in queste righe, similitudini con la strategia renziana nel Belpaese e l'intervento shock del Segretario di Stato relativo alla politica statale deficitaria della Nostra Bella Valle Prealpina) uno dei cardini del pensiero neoliberale, espressi dal nobel per l'economia (molto caro Dicolamia, ndr) Milton Friedman.
Ho letto con interesse e attenzione tutti gli interventi relativi al "botto" apparso su Opinione Liberale. Intendo dire: il testo del segretario di stato, i commenti del responsabile di ticinolive, la reazione del consigliere nazionale leghista, i post di fastword. Devo dire che il distillato di tutto questo ben esprime la nostra realtà cantonale. Nell'intervento di Mauro dell'Ambrogio s'intravvedono realtà sacrosante.
Che i movimenti populisti (termine generico, ma ci capiamo) abbiano approfittato del malcontento cantonale per salire i gradini del successo elettorale, mi sembra oltremodo realistico. Che l'on. Quadri non condivida questa opinione mi sembra abbastanza ovvio. Che il cittadino politicamente consumato, tutto questo già a suo tempo lo avesse percepito, fiutato e comunicato ai soli amici al bar, mi sembra altrettanto probabile. Che il professor de Maria, animatore di un "salotto di destra" ci tenga particolarmente a "seguire la faccenda", fa parte dell'ordine naturale delle cose.
Tuttavia tu *fastword* esprimi dei concetti che andrebbero chiariti. È vero che i cambiamenti avvengono spesso quando non esistono alternative. Le difficoltà finanziarie del Cantone, hanno già mutato le dinamiche nei vari schieramenti parlamentari. La Lega fa anche i compiti. Si schiera con i partiti borghesi. Sente il peso della responsabilità, si allontana sempre più da un sua vera (o presunta) anima sociale.
È pur vero che le casse vuote (shock) possono determinare una svolta politica. Ma poi? Lo Stato. Che ne facciamo? Lo minimizziamo oppure lo puntelliamo? Abbassiamo le tasse oppure le aumentiamo? Friedman è un liberista: lo Stato è il problema, il mercato è la soluzione. Io colgo una differenza rispetto al tuo approccio, caro *fastword*, nella sfuriata di dell'Ambrogio; vedo una sua forte difesa dello Stato, quindi un’attitudine in sana opposizione con i friedmaniani. Anche se devo “concederti” il fatto che la tendenza cantonal-borghese è quella di “decelerare” le difese dell'Amministrazione. Quindi la "frustata" di M.d’A mi ha sorpreso. Positivamente. Affaire à suivre. Davvero.
Vedo che hai colto l’intoppo. Eh sì, l'inganno di cui parla dell'Ambrogio andrebbe riferito, a mio parere, a (quasi) tutto l'arco politico cantonale. Dentro e fuori il parlamento. Cioè: non si può strizzare l'occhio (magari senza rendersene completamente conto) al "Consenso di Washington" e nel medesimo tempo incaricare lo Stato di occuparsi di chi resta indietro, senza scucire un $oldo. Senza fornirgli la materia prima. La questione fiscale è centrale. Così come quella del “controllo” della spesa. Non ultima quella di decidere se allentare o intensificare il “controllo” delle... migrazioni sgradevoli alle destre dei balairatt. Quindi nel vaglio delle priorità e delle proporzioni zompa fuori la “concreta” posizione politica. Lo strabismo demagogico è proprio quello di credere e (soprattutto) far credere che sia possibile la quadratura del cerchio. Scherzare elettoralmente senza sciogliere l’evidente ambiguità, diciamo pure l’inganno, non regge per molto tempo. Infatti ci siamo. Adesso che la faccenda è “ufficiale” si dovrà trovare una via d’uscita. Non ci vuole molto per "sentire" quanto sia forte in certi ambienti la tentazione di ipotizzare un Ticino sul modello delle “enclavi mercantili doc”: diciamo Singapore, Principato di Monaco, con una forte presenza di servizi "gestionali" della ricchezza. E pure tanti ricchi residenti. Ma, c'è un ma. Queste enclavi del capitale hanno sì, un'altissima percentuale "Washington consensus fans", ma hanno pure un'altissima percentuale di immigrati: manodopera e residenti. Si dice prossima al cinquanta percento della popolazione totale. Per cui i democentristi e leghisti che non disprezzano la ricchezza mercantile, si dovranno, prima o poi "piegare" a questa realtà. Sarà il populismo del futuro? Populismo 2.0. I primi segnali... già ci sono.