La società Argor-Heraeus, fra i maggiori raffinatori di oro al mondo, sapeva che l’oro raffinato nelle sue fabbriche era stato rubato da gruppi ribelli nella Repubblica del Congo?
Secondo la ONG Track Impunity Always non vi sono dubbi e una denuncia penale contro la società di Mendrisio è stata trasmessa al Ministero pubblico della Confederazione.
I fatti risalgono al 2005-2006. I carichi d’oro – tre tonnellate in meno di un anno – viaggiavano in aereo dal Congo in Svizzera, passando dall’Uganda. Il proprietario era una compagnia britannica con base a Jersey. La destinazione finale, dopo la trasformazione in lingotti : le banche.
Un commercio che aveva origine in uno dei conflitti armati più sanguinosi degli ultimi decenni, la guerra in Congo, dove i combattenti si erano impossessati delle concessioni di oro per arricchirsi e acquistare armi.
Contro Argor accuse di complicità in crimini di guerra
La ONG Track Impunity Always ha presentato la sua denuncia per “riciclaggio aggravato”. La ONG accusa la Argor di aver agito pur conoscendo la situazione nel Congo.
Il Ministero pubblico della Confederazione ha avviato un’indagine per “presunzione di riciclaggio di denaro in relazione a un crimine di guerra e per complicità in un crimine di guerra”.
La quantità di oro raffinato da Argor non è enorme. I benefici che l’azienda ha potuto trarne (a suo dire 20’000 franchi) sono minimi se confrontati alla cifra d’affari del 2006 (27 milioni di franchi).
Ma è una questione di principio, spiega l’avvocato della ONG Bénédict De Moerloose : “Si vuole trasmettere un messaggio forte : le aziende non possono riciclare materie prime rubate, né rendersi complici di crimini di guerra. Queste aziende verranno sorvegliate e denunciate.”
Fondata nel 1951, per molto tempo di proprietà di UBS, la Argor-Heraeus è un’azienda di caratura internazionale con sede a Mendrisio. Da una decina d’anni i suoi principali azionisti sono la Commerzbank (il secondo gruppo bancario tedesco) e Austrian Mint.
Nel 2005 e 2006, un gruppo di esperti delle Nazioni Unite aveva stabilito la responsabilità di Argor e di altre società (britanniche e ugandesi) nella razzia e nel traffico d’oro in Congo.
Dal 1997 in questo paese la guerra ha fatto circa 6 milioni di morti. Una guerra in cui viene chiamato in causa anche il controllo dei ricchi giacimenti del paese (oro, diamanti, petrolio, …). Diversi gruppi armati hanno cercato di mettere le mani su queste materie prime e di trarne profitti per acquistare armi, malgrado un embargo che vige dal 2003.
La Concessione 40
E’ quanto successo nella Concessione 40, un giacimento aurifero di 9’000 km² nella regione dell’Ituri, nel nord-est del Congo. In teoria il giacimento appartiene allo Stato, che accorda una concessione a un’azienda sud africana. In realtà il governo del Congo non riesce a controllare il territorio.
Sino al 2003 sulla Concessione 40 aveva regnato l’Uganda. Quando le truppe ugandesi si erano ritirate, il controllo era passato a un gruppo armato “amico” dell’Uganda, il Fronte nazionalista integrazionista (FNI).
La concessione non assomiglia a una miniera industrializzata e per l’estrazione dell’oro vengono impiegati poveri e bambini, che lavorano sotto il controllo del FNI per salari da miseria, senza alcuna misura di sicurezza e senza le attrezzature adatte.
Un imprenditore congolese proprietario di una compagnia aerea, Kambale Kisoni, si occupa del trasporto dell’oro estratto dalla Concessione 40. Lo trasporta verso l’Uganda, dove un’azienda locale, Uganda Commercial Impex (UCI) lo riacquista e lo vende alla società britannica Hussar, con base a Jersey.
Questa si rivolge alla Argor di Mendrisio per trasformare l’oro in lingotti. I lingotti terminano il viaggio nelle casseforti delle banche europee.
La difesa di Argor
In sua difesa Argor ha dichiarato di ignorare la situazione in Congo prima del maggio 2005. In un comunicato la società scriveva : “Argor-Heraeus non intrattiene alcuna relazione d’affari con società in Uganda e in Congo. Non ha dunqe mai effettuato acquisti/vendite, né pagamenti di alcun genere in questa regione.”
Argor ha messo in evidenza l’assenza di legami diretti con i fornitori, asserendo di avere unicamente una relazione commerciale con Hussar : “Appena Argor, verso la fine del mese di maggio [2005] ha saputo dalla stampa dei disordini nella regione della Repubblica del Congo con una potenziale implicazione del commercio di oro, ha lasciato in sospeso la transazione con Hussar e ha subito fatto controlli supplementari sull’origine del materiale di proprietà del suo cliente.”
(Fonte : Rue89.com)
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