Thomas Jordan, presidente del direttorio della Banca nazionale svizzera, ha di recente ammesso i notevoli rischi presi dall’istituto finanziario nel rapporto franco-euro.
Per sostenere il corso fisso di 1.20 franchi per 1 euro, stabilito nel settembre 2011, la BNS ha dovuto acquistare ingenti quantità di obbligazioni pubbliche germaniche e francesi (vedi correlati).
Una strategia che ha dato i risultati sperati, in quanto è riuscita a frenare l’apprezzamento del franco svizzero, ma in questo modo il destino della Banca nazionale svizzera è strettamente legato a quello della Zona euro.
Se l’euro dovesse subire un qualche contraccolpo o se i tassi europei a lungo termine dovessero salire brutalmente, il valore del portafoglio della BNS ne verrebbe seriamente danneggiato.
A questo punto la BNS si troverebbe di fronte a un’importante scelta : lasciar salire il valore del franco, con il rischio di danneggiare il settore delle esportazioni oppure accumulare perdite e andare verso una ricapitalizzazione.
(trends.levif.be)
È la notte, magica, fantastica e atroce, tra il 30 aprile e il 1° maggio immagine…
Non mi piacciono le tassonomie, ma per le tassonomie sono una millenial e, la prima…
Il 95enne è il più anziano riservista volontario dell’IDF l’esercito d’Israele. Nato a Gerusalemme, allora protettorato della…
Milano, 1488. Leonardo da Vinci, scienziato, pittore, genio, giunge alla corte di Ludovico il…
La "Notte dei lunghi coltelli" è il nome con cui è passata alla storia l'epurazione…
Attualità Immagine tratta da Pixabay Francesco Pontelli - Economista - 7 Aprile 2025 Il crollo delle…
This website uses cookies.