Mentre in Egitto rimane alta la tensione dopo la sanguinosa repressione della scorsa settimana, un convoglio di polizia è stato preso di mira nell’est del paese, sulla strada che porta alla Striscia di Gaza.
Almeno 24 poliziotti sono stati uccisi lunedì 19 agosto in un attacco con dei missili nel Sinai, l’attentato più grave contro le forze dell’ordine da anni in Egitto, hanno annunciato all’AFP fonti mediche e della sicurezza.
Il ministero egiziano dell’Interno ha confermato il bilancio e denunciato il proseguimento di atti terroristici dei gruppi armati nel nord del Sinai.
Gli assalitori, sospettati di appartenere a gruppi islamici radicali, hanno attaccato due minibus della polizia che si dirigevano a Rafah, dove si trova il punto di passaggio verso la Striscia di Gaza. L’attacco, il più grave da anni in questa regione contro le forze dell’ordine, accade sullo sfondo della grave crisi politica egiziana.
Mentre l’Egitto, posto in stato d’urgenza, sprofonda sempre più nella violenza, l’attacco di lunedì porta a 73 il numero dei poliziotti uccisi nel nord del Sinai dal 3 luglio, giorno della destituzione da parte dell’esercito del presidente Mohamed Morsi.
In questo stesso periodo, l’esercito ha affermato di aver ucciso nel Sinai una settantina di terroristi. Gruppi armati islamisti hanno eretto le loro basi in questa penisola, essenzialmente desertica e popolata da tribù beduine che hanno relazioni difficili con il potere centrale.
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