Nel secondo trimestre del 2013, il Pil della Zona euro ha segnato una crescita, su base trimestrale, dello 0,3%, contro il +0,2% atteso dagli analisti di Bloomberg.
Su base annua, permane la contrazione, pari a -0,7%.
“Abbiamo assistito a diverse sorprese positive nel corso del secondo trimestre e i dati confermano che la Zona euro è uscita dalla recessione – ha commentato in una intervista a Bloomberg Andreas Scheuerle, economista presso Dekabank a Francoforte – Non ci sono però garanzie che non si torni indietro nel futuro.”
La Zona euro esce dalla recessione, ma solo in termini tecnici. E’ una buona notizia? E’ una notizia che promette bene, in un contesto in cui è presto saltare a conclusioni.
Il tasso di disoccupazione viaggia al record di sempre, pari al 12,1%; la Banca centrale tedesca stima che l’economia della Germania, motore dell’Europa, rallenterà alla fine di quest’anno.
I mercati hanno scommesso sul miglioramento dei fondamentali in Europa. “Gli ultimi dati hanno alimentato le speculazioni secondo cui la Zona euro tornerà a crescere per la prima volta in sei trimestri – ha commentato in una intervista a Cnbc Michael Hewson, senior analista dei mercati presso CMC Markets – La crescita sarà alimentata dall’economia numero uno dell’Europa, la Germania”.
Ma ci sono alcuni rischi che non possono essere ignorati. Il primo, è che si possa assistere a una flebile crescita senza occupazione, dunque, con un esercito di disoccupati che rimane pressocché intatto.
Dagli Stati Uniti già si parla di ansia di settembre per i mercati, con i vari JP Morgan, Pimco e il recente editoriale di New York Times che non sono affatto confortati da come vanno le cose in Europa, elencando i rischi che sono per ora dormienti, ma che presto – a settembre appunto – si ripresenteranno.
(Wall Street Italia.com)
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