Ripetuta coazione sessuale, atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere, ripetuti atti sessuali con fanciulli e con persone dipendenti. Tutte le accuse promosse dal procuratore pubblico Amos Pagnamenta (in particolare la coazione, contestata dalla difesa) sono state confermate dal giudice Marco Villa, che ha inflitto a Flavio Bomio 11 anni di carcere, partendo da una pena massima di 15 anni e concedendo alcune attenuanti.

La patrocinatrice del condannato, avv. Maria Galliani, nel corso della sua arringa ha dichiarato: “Bomio, perché considerato antipatico e arrogante, è già stato condannato dall’opinione pubblica e dalla stampa, che non aspettano altro che la sua testa.” E ancora: “Bomio, è evidente, ha finito di vivere a Bellinzona, dove tutti lo disprezzano. Ma dopo il suo arresto mi hanno riferito e ho sentito direttamente che in tanti sapevano dei suoi comportamenti deviati, ma nessuno ha mai parlato o l’ha denunciato. In tanti dunque hanno avuto uno sguardo cieco, un’omertà sfociata in un fragoroso silenzio che dà un quadro desolante, avvilente, per una società civile.”

(commento) Considerazioni sagge e condivisibili quelle di Maria Galliani: prima grandi fette di salame sugli occhi, poi – quando il molestatore è smascherato e caduto – la curée (come direbbe Zola). Ma, avvocatessa, l’essere umano (purtroppo) è fatto così!

(citazioni: dal GdP)