La Corte europea di Strasburgo ha nuovamente condannato la Svizzera per violazione dei diritto di rispetto della vita privata e famigliare.

La Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha sede a Strasburgo, ha accettato martedì 30 luglio la richiesta di una cittadina filippina a cui è stato impedito di vedere il figlio per oltre sei anni.

Un anno dopo la nascita del bambino, nel 2002, la donna aveva ricevuto un ordine di rinvio e aveva dovuto tornare nelle Filippine con il figlio. Nel 2004 aveva accettato che il piccolo si recasse a Ginevra per passare una vacanza con il padre.
Alla fine delle vacanze, l’uomo – svizzero di origine libanese – aveva rifiutato di rendere il piccolo alla madre e nel 2010 ne ha ottenuto l’affidamento. Alla madre spetta un diritto di visita, ma nessun permesso di soggiorno.

In una decisione diffusa martedì, la Corte europea ha accettato la richiesta della donna, constatando una violazione dell’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che protegge il diritto del rispetto della vita privata e familiare.
La richiedente si vede garantire un’indennità di 16’223 euro per pregiudizio morale e 13’000 euro per spese diverse.