Secondo un’indagine ripresa dai media italiani, lo IOR, l’Istituto delle Opere di Religione non ha proceduto ai sufficienti controlli sui suoi clienti per impedire operazioni fraudolente.

Il funzionamento della banca del Vaticano, lo IOR, facilita il riciclaggio di denaro, affermano i responsabili di un’indagine, durata tre anni, sull’istituto bancario. Lo IOR non procede ai necessari controlli sui suoi clienti e autorizza i detentori di conti a trasferire importanti somme per conto di terzi.
“Esiste un rischio elevato nella maniera in cui funziona lo IOR, che non identificando con precisione i suoi clienti può essere usato come schermo per dissimulare operazioni illegali – scrivono gli inquirenti. Chiamano in causa anche le banche italiane che hanno accettato i trasferimenti senza verificare l’origine dei fondi, che in seguito sono stati versati in altre banche : “Lo IOR può facilmente diventare un vettore per il riciclaggio di denaro di origine criminale.”

L’indagine contraddice le dichiarazioni dello IOR, che assicurano che tutti i clienti sono congregazioni religiose o membri del clero.
“Vi sono anche privati che grazie ai loro rapporti privilegiati con la Santa Sede possono eseguire depositi e aprire conti – precisano gli inquirenti.
L’indagine verte su trasferimenti di 23 milioni di euro nel settembre 2010 dalla banca del Vaticano verso il Credito Artigiano, di cui tre milioni sono stati versati alla Banca del Fucino e 20 milioni alla sede di Francoforte della banca americana JP Morgan.
Il trasferimento di quei fondi era stato approvato dall’allora direttore dello IOR, Paolo Cipriani e dal direttore aggiunto Massimo Tulli.
Entrambi hanno dato le dimissioni e contro di loro gli inquirenti sono determinati a avviare un procedimento legale. I due uomini sarebbero anche accusati di aver proceduto a una decina di altri trasferimenti di denaro verso JP Morgan.

(Libération.fr)