Quando abbiamo letto il titolo del pezzo che il dottor Soldati ci mandava, di primo acchito ci siamo rallegrati. “Vorrà fustigare la parte peggiore della cosiddetta classe politica” abbiamo pensato. “Simili gaglioffi tremebondi e profittatori non meritano altro” abbiamo continuato a pensare, non senza una gradevole soddisfazione. Ma… come il lettore potrà immediatamente verificare, nell’articolo si tratta, alla lettera, di conigli! (fdm)
Un supermercato spagnolo a Tenerife, Hiper Dino. Coniglio intero, con testa, in vendita a fr. 7,60 al Kg (euro a 1,22). 2 volte al mese lo trovi in azione a fr. 4,75 al Kg. Cosa significa? Significa che il coniglio viene importato, da dove e come non si sa, 2 volte al mese: i giorni passano e c’è il rischio della frollatura eccessiva. Il prezzo ribassato in “azione”, serve appunto a smerciare rapidamente quel che non si è riusciti a smerciare prima. La domanda senza risposta: Hiper Dino, per poter vendere a questi prezzi, quanto paga i conigli comperati sul mercato internazionale accessibile a tutti coloro che vogliono acquistare, quindi anche agli importatori svizzeri? L’equivalente, in euro o dollari, non so, di 3 fr. al Kg? 2? 3,5? Certamente meno di 4 fr. al Kg, mi sembra di poter dedurre. Aperto rimane poi il problema della qualità della carne di questi conigli di 2, 3 o 4 fr. al Kg. Essendo stati allevatori di conigli da ragazzi, quando tutte le famiglie ticinesi domiciliate fuori città avevano i propri conigli accanto alle proprie galline (bei tempi, veramente) e avendo continuato a farlo negli anni successivi per passione, abbiamo qualche idea personale in proposito, ma ne discuteremo più tardi.
“Weltwoche” del 21 marzo 2013 ha pubblicato un articolo di 3 pagine dedicato ai conigli e mi ha dato lo spunto per questo scritto.
Cominciamo dal prezzo. Il settimanale confederato cita un grosso importatore svizzero, vallesano per la precisione, che offre il suo “lapin entier frais” di importazione (“entier” significa con fegato e testa, “frais” non congelato) a fr. 18,30 al Kg. Dal più al meno è il prezzo praticato anche dai “grandi” del mercato. Cosa pensare? Che gli importatori svizzeri acquistano a 7 o 9 o 11 per vendere a 18 quel che Hiper Dino (che non è una casa di beneficenza) vende in Spagna o alle Canarie a 4,75, rispettivamente 7,60? Oppure è lecito pensare che gli pseudo tontolotti svizzeri pagano anche loro 2, 3 o 4 come i colleghi spagnoli? Certo, e lo sappiamo, i costi generali, in particolare quelli del personale, son ben più alti in Svizzera che in Spagna, ma la differenza è, oltre che sospetta, troppo marcata.
Torniamo alla qualità della carne di questi conigli, che dipende da tre soli fattori: qualità del foraggio, qualità dell’alloggiamento durante la crescita e eventuale uso di stimolanti più o meno leciti della crescita.
In Svizzera, è risaputo, il maltrattamento degli animali è particolarmente aborrito. Diverse associazioni si battono contro i metodi di allevamento che non hanno altra mira che quella del massimo profitto e la stragrande maggioranza dei cittadini ne condivide le battaglie. I due colossi svizzeri che dominano il mercato alimentare, per fortuna adesso con un po’ di concorrenza tedesca che già li ha costretti a diminuire (un pochettino) i prezzi ed a aumentare (massicciamente) la propaganda, vendono conigli di produzione nazionale o importati come quelli dell’importatore di cui sopra, cioè allevati in condizioni “bestiali”, come purtroppo si usa ancora fare in paesi civili come la Germania o l’Ungheria? Migros e Coop hanno abbastanza portavoce per ragguagliarci. Ragguagliare: mettere al corrente, informare minutamente e diligentemente, senza trascurare alcunchè!
Gianfranco Soldati