Malgrado le pressioni UDC, il Consiglio federale rifiuta di introdurre il pieno automatismo nell’applicazione dell’iniziativa popolare che esige il rinvio dei criminali pericolosi.
Il Consiglio federale ha proposto mercoledì al Parlamento di fissare l’espulsione a partire da una pena minima di sei mesi.
Malgrado l’UDC abbia depositato una seconda iniziativa che esige l’attuazione alla lettera del suo primo testo sul rinvio dei criminali stranieri, il Consiglio federale non intende cedere. Ha favorito una via di mezzo fra l’automatismo dell’espulsione e il rispetto del principio di proporzionalità e dei diritti dell’uomo.
Secondo il governo, la modifica prevista dal codice penale inasprisce nettamente la pratica dell’espulsione degli stranieri criminali.
Per evitare che infrazioni minori causino un rinvio, la modifica introduce una pena minima. Affinchè vi sia rinvio, il giudice deve pronunciare una condanna maggiore a sei mesi di carcere.
Per contro, i delinquenti itineranti o recidivi potranno essere espulsi per cinque anni anche se sono stati condannati a una pena lieve.
Eccezionalmente, il tribunale potrà rinunciare a rinviare uno straniero se l’espulsione va contro il principio dei diritti dell’uomo e se i rischi nel paese d’origine sono troppo grandi.
Per il resto, ogni infrazione grave secondo criteri definiti darà luogo a un’espulsione la cui durata potrà variare da 5 a 15 anni, 20 anni in caso di recidiva.
L’iniziativa dell’UDC, adottata da popolo e cantoni nel 2010, prevede esplicitamente l’espulsione in caso di ottenimento abusivo di prestazioni sociali.
Per ragioni di coerenza, il Consiglio federale ha aggiunto anche gli atti di truffa commessi per ottenere prestazioni sociali e altre forme di frode ai danni dello Stato.
Rimane in sospeso l’altra iniziativa UDC, quella per il rinvio dei criminali stranieri. Il governo prevede di trasmettere il suo messaggio al Parlamento entro fine anno.
(Le Matin.ch)