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Antonio Guglielmi, Mediobanca : Per l’Italia il tempo sta per scadere

Mediobanca, la seconda banca italiana, riferisce che “l’indice del rischio di insolvenza” dell’Italia sta lanciando segnali di allarme.

In una nota pubblicata sul quotidiano inglese The Telegraph, Antonio Guglielmi, analista di Mediobanca, ha detto che per l’Italia il tempo sta per scadere : “La situazione macro italiana non è migliorata nel corso dell’ultimo trimestre, piuttosto il contrario.”

Secondo Guglielmi, presto, entro sei mesi, l’Italia presenterà una richiesta di aiuti all’Unione europea. L’analista economico fa notare che 160 grandi società italiane sono state costrette a ricorrere a una gestione speciale della crisi che le ha colpite.

Il debito italiano, pari a 2’100 miliardi di euro, è il terzo più consistente dopo gli Stati Uniti e il Giappone.
Basta qualsiasi stress sui mercati per rinfocolare le tensioni nella Zona euro e questi stress si sono già manifestati, dopo che Ben Bernanke, presidente della Federal Reserve, ha precisato che la Banca centrale americana potrebbe ritirare liquidità dai mercati a partire già da quest’anno.

Mediobanca è preoccupata in modo particolare della differenza tra i tassi dei titoli a breve termine e quelli dei titoli di Stato a lungo termine, che hanno una maturity che scade allo stesso tempo.
I tassi a breve termine che scadono il 31 luglio presentano un rendimento pari allo 0,48%, mentre i titoli a lungo termine presentano un rendimento di 0,74%.

La riduzione negli Stati Uniti del Quantitative Easing sta innervosendo gli investitori della Zona euro, tanto che anche i bond considerati beni rifugio come quelli svizzeri e tedeschi sono stati venduti pesantemente.
Il rendimento decennale del Gilt inglese è balzato inoltre al massimo in due anni, al 2,53%. I tassi sono balzati al 5,1% in Spagna, al 6,7% in Portogallo.
Questa situazione provoca una seconda ondata di shock nei mercati obbligazionari societari e strozza la ripresa.
“La Banca centrale europea deve adottare misure molte aggressive per compensare il fenomeno) – ha detto Marchel Alexandrovich di Jefferies Fixed Income – stiamo assistendo alla vendita dei bond in tutti i mercati.
Se la Banca centrale europea non agirà, tutti i guadagni dei bond a cui abbiamo assistito negli ultimi nove mesi svaniranno in un paio di settimane.

I dati economici non promettono nulla di buona e l’Italia sembra essere destinata ad assistere a un rialzo del debito fino al 144%, come ha anche presagito la Banca dei regolamenti internazionali.

La produzione industriale italiana è calata del 25% dai massimi toccati il decennio scorso, il reddito è sceso del 9% e le vendite di case sono scivolate ai livelli di 30 anni fa.
Mediobanca commenta che rispetto al 1992, quando l’Italia aveva evitato il peggio, oggi la camicia di forza dell’euro non offre la stessa flessibilità valutaria. Svalutando la lira, l’Italia era riuscita a sgonfiare il debito, mentre oggi la situazione è molto diversa.

Redazione

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