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Congiunzione delle liste. Cosa si sfalda nella Lega e tra i Verdi?

Con 51 voti contrari, 27 favorevoli e 6 astenuti, il governo cantonale ha respinto la facoltà di congiungere le liste in occasione delle elezioni cantonali e comunali.

Questa possibilità era in vigore fino al 16 dicembre del 2002, poi era stata abolita e l’UDC voleva riesumarla, scrive il Corriere del Ticino : “Solo i democentristi e il PS hanno sostenuto con convinzione la proposta. Il Ticino non farà quindi un passo indietro (…).
Chi si è opposto a riattivare le congiunzioni lo ha fatto partendo da questo punto fermo: con il sistema attuale sarebbe sbagliato riportare in auge le congiunzioni, se si passerà al maggioritario (a dipendenza del modello che verrà approvato), allora se ne potrà discutere.

Il dibattito in aula è comunque stato frizzante, con un paio di colpi di scena. A partire da quelli della Lega.
Il partito del capogruppo Michele Foletti (21 deputati) non aveva sottoscritto alcun rapporto. Ma domenica 9 giugno, in merito all’iniziativa di Eros N. Mellini, sul Mattino si poteva leggere: «La Lega sosterrà la proposta dell’UDC Mellini di reintroduzione delle congiunzioni. Questo anche se la reciprocità non è data: perché quando c’è da sostene¬re proposte leghiste, non è che l’UDC brilli…».
Ma poi, contrordine (…) Durante il dibattito non ha parlato nessuno, poi al momento delle dichiarazioni di voto l’annuncio di Foletti: «Dopo lunga discussione il gruppo ha optato per la libertà di voto. È una valutazione personale».

Ma ancor più clamorosa è stata la scenetta degli ecologisti. A stupire un po’ tutti è stata Greta Gysin : «Con il mio intervento porto l’adesione dei Verdi ad entrambi i rapporti. Considerando che alcuni membri del mio gruppo hanno preferito attendere la discussione odierna prima di prendere posizione, non so dirvi quale rapporto otterrà la maggioranza dei voti tra noi».
Lei le idee le aveva in chiaro: «Sosterrò il no alla congiunzione. Un sistema elettorale deve essere più trasparente possibile».
A replicare a Gysin è stato il coordinatore Sergio Savoia, convinto sostenitore della congiunzione e visibilmente indispettito per la posizione assunta dalla collega. Infastidito al punto che, terminati gli interventi dal pulpito, i due hanno duellato ancore per alcuni minuti sulla questione.”

Redazione

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