Bran 2Il Castello di Dracula è la fortezza più famosa e visitata della Transilvania e si trova a Bran, a pochi chilometri dalla città di Brasov. (Gli studiosi, tuttavia, hanno stabilito che questo non è, storicamente, il vero castello di Dracula). Fu costruito nel ’300 dal re Ludovico I come posto di guardia. Il maniero ospita oggi un museo di arte medievale.

Dracula tra storia e leggenda

Vlad Tepes, principe di Valacchia, è figlio di Vlad II, soprannominato Vlad Dracul. Questo soprannome, che passò al figlio, nasce da un equivoco popolare, poiché Vlad II aveva fatto coniare delle monete marchiate con l’immagine di un drago. Il popolo credette allora che il principe avesse fatto un patto col Diavolo e incominciò a chiamarlo Vlad Dracul (Vlad il Diavolo) invece di Vlad Dragonul (Vlad il Drago).

Nel 1457 Vlad Tepes, condottiero valoroso e crudele, dichiara guerra a Matyas Corvino, monarca della Transilvania, e invade la città di Brasov impalando nobili e plebei. Ma qualche anno più tardi la Valacchia non riesce a resistere all’avanzata dei turchi e Dracula è costretto a rifugiarsi nel castello di Arges. I suoi nemici e le sue vittime, per vendetta,  pubblicano un libro per testimoniare l’incredibile ferocia di Dracula.

Parecchi secoli dopo, nel 1897, lo scrittore irlandese Bram Stoker pubblica un romanzo “nero” ispirato alla figura di Vlad Tepes III, presentato non solo come “impalatore” ma anche come “vampiro succhiatore di sangue”. È un enorme successo letterario, che avrà un largo seguito di imitatori.

POST SCRIPTUM. Com’era Dracula? “Il volto aquilino, decisamente aquilino; il naso sottile con una gobba pronunciata e narici stranamente arcuate; la fronte nobile e spaziosa; i capelli radi sulle tempie, ma abbondanti sulla testa. Le folte sopracciglia quasi si congiungevano sul naso, e i ciuffi  parevano arricciarsi tanto erano abbondanti. La bocca, per quel che si scorgeva sotto i folti baffi, era rigida e con un profilo quasi crudele. I denti, bianchi e stranamente aguzzi, sporgevano dalle labbra, il cui colore acceso rivelava una vitalità stupefacente per un uomo dei suoi anni. Le orecchie erano pallide, appuntite; il mento ampio e forte, le guance sode anche se scavate. Tutto il suo volto era soffuso d’un incredibile pallore.”

Bran 3