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Voto per corrispondenza alle politiche: NO allo svilimento della democrazia – di Paolo Camillo Minotti

Recentemente il Gran Consiglio ha accettato l’estensione del voto per corrispondenza pure alle elezioni cantonali e comunali. Contro questa decisione è stato lanciato un referendum da parte di un comitato trasversale coordinato da Franco Celio. A costo di tediare qualcuno (il tema può sembrare futile a fronte dei problemi concreti che assillano molti cittadini, il nostro paese e il mondo), vorrei spiegare perché questa riforma è a mio modesto parere inopportuna.

Intanto il voto per corrispondenza, che da tempo viene applicato per le frequenti votazioni tematiche, non ha fatto aumentare (come si sperava al momento della sua introduzione qualche anno fa) la partecipazione al voto; semplicemente chi prima si recava al seggio ora spedisce la scheda, mentre chi non votava continua a non votare. Le cifre della partecipazione a votazioni sono inequivocabili e dimostrano che non vi è stato alcun incremento percentuale, fosse puredi modesta portata. No, niente!

Il voto per corrispondenza già a partire da parecchie settimane prima della data convenzionale della votazione, ha poi delle spiacevoli controindicazioni:  tutta l’informazione e le discussioni pubbliche e sulla stampa che precedono la votazione, a partire almeno da 3 settimane prima sono totalmente inutili, perché non possono più essere considerate da chi nel frattempo ha già votato per corrispondenza! Qualcuno mi dirà: “chissenefrega, tanto i politici vari raccontano solo balle”, ma non ritengo che questa situazione sia sostenibile. Questo tanto più che le campagne di informazione pre-votazione (e anche le campagne elettorali per le elezioni) non durano di regola più di due mesi. La democrazia e le votazioni sono una bella cosa, ma esse vanno sempre accompagnatedall’informazione e dallo scambio di opinioni, che ne sono la premessa e la condizione; altrimenti si scade al livello di certi blog dove si pratica l’insulto anonimo….e sbrigativo.

Proprio quanto successo recentemente in Italia (il blog di Grillo, le “primarie” e addirittura le “quirinarie” svolte dal Movimento 5 stelle per decidere chi candidare rispettivamente quale posizione politica prendere su un determinato tema) dovrebbe renderci cauti verso certi strumenti accelerati di espressione delle opinioni, che hanno certo l’immediatezza ma anche la “leggerezza” tipica delle risposte a un sondaggio volante (o a un quiz di un concorso) e non sono adatte a garantire una certa serietà dell’atto del voto, che presuppone riflessione. E soprattutto si pone il problema di eventuali manipolazioni: chi garantisce che le opinioni e i voti espressi sui blog non siano manipolati da una regia ben orchestrata? Il problema resta aperto più che mai!

La stessa domanda è lecita per il voto per corrispondenza: chi ci garantisce che il voto espresso in tal modo lo sia in modo veramente libero e che non ci siano truffe? Questo soprattutto in caso di elezioni cantonali e comunali, dove i molti candidati interessati e il maggior interesse che tali elezioni suscita tradizionalmente nei partiti potrebbe indurre ad approfittare delle schede distribuite a domicilio per favorire un “mercato” delle schede e delle preferenze. Non è peraltro un problema che riguarda solo il Ticino: negli ultimi anni sono stati parecchi i casi di brogli elettorali che sono stati sanzionati dai tribunali in diversi Cantoni confederati (si pensi per es. al famoso caso Lumengo o alla recente ripetizione di una elezione nel Canton Giura). In tutti questi casi la frode elettorale era stata appunto perpetrata approfittando del voto per corrispondenza, con spedizione in massa di schede raccattate da persone che non vanno a votare.

La nostra democrazia presuppone diritti e doveri; fra quest’ultimi ci deve essere anche la volontà di informarsi e la disponibilità a recarsi al seggio elettorale (almeno) una volta ogni 4 anni, o due volte ogni 4 anni. Non mi sembra un sacrificio esorbitante, per una persona sana e in condizione di farlo. E per chi, causa la malattia o l’età, non lo può fare, esiste già ora la possibilità di poter votare per corrispondenza. Ma questa possibilità dovrebbe restare, appunto, eccezionale. Invito quindi chi non l’avesse ancora fatto a firmare il referendum contro questa decisione del Gran Consiglio, chiedendo i formulari al signor Franco Celio, 6775 Ambrì (indirizzo email: celiopoletti@bluewin.ch).

Paolo Camillo Minotti, Bellinzona


Relatore

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