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Sam Parnia, il medico che resuscita i morti

Tornare alla vita dopo essere stati dichiarati morti? E’ una possibilità, secondo il dottor Sam Parnia, responsabile del dipartimento di ricerca sulla rianimazione alla Stony Brook University de New York.

Il giornale tedesco Die Welt definisce questo medico “l’uomo che sta per riscrivere la storia della Medicina, per la sua insistenza nel correggere e aggiornare le tecniche di rianimazione”, mentre il The New York Post ne parla come uno scienziato “rivoluzionario, al pari di chi ha scoperto il fuoco, l’energia elettrica, l’aereo, la bomba atomica e internet”.

Per molto tempo i medici sono rimasti convinti che se il cuore non batte per più di 20 minuti il cervello può incorrere in danni irreparabili.
“E’ falso – afferma il dottor Parnia, spiegando che questo può essere evitato grazie ad accurate cure post-rianimazione che fanno appello al freddo.
Come spiega nel suo nuovo libro “Erasing Death”, dopo che il cervello smette di ricevere regolarmente ossigeno, non si trova immediatamente danneggiato. In uno stato di ibernazione, il cervello respinge autonomamente il processo di decomposizione.

“Sappiamo di persone che sono state rianimate anche quattro, cinque ore dopo essere state dichiarate morte e hanno immediatamente ripreso le loro facoltà – spiega Sam Parnia – La maggior parte delle persone considerano un arresto cardiaco un sinonimo di morte, mentre invece non è la soglia finale”.

Dopo aver condotto esperimenti con l’aiuto di una nuova terapia basata sul freddo, Parnia spiega che la terapia funziona perchè rallenta la distruzione delle cellule del cervello.
Per tentare di preservare le funzioni vitali, l’ideale sarebbe che subito dopo un arresto cardiaco il paziente possa essere raffreddato finchè la temperatura del suo corpo passi da 37C° a 32C°.

“Siamo abituati a pensare che la morte sia un evento immediato. L’ossigeno si interrompe e dopo qualche minuto è finito tutto. Adesso in realtà sappiamo che che il processo della morte cellulare prosegue durante un certo lasso di tempo – commenta il dottor Jerry Nolan, consulente in cure intense presso il Royal United Hospital di Bath, in Gran Bretagna – La terapia del raffreddamento sta cambiando tutto.”

Redazione

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