Dr. Alberto Siccardi, primo firmatario dell’iniziativa
In qualità di primo promotore della Iniziativa Popolare per l’insegnamento della Civica nelle scuole, ho il piacere di comunicare che la raccolta di firme per tale Iniziativa è stata un successo senza precedenti : nei primi 8 giorni sono state raccolte circa 8000 firme, ossia un migliaio in più del minimo necessario per la riuscita dell’iniziativa.
Ben 5’000 di queste firme sono state raccolte in un week end grazie alle bancarelle poste dinnanzi ai seggi elettorali in occasione delle recenti elezioni comunali a Lugano, Mendrisio e Terre di Pedemonte. Questo dato fa riflettere, visto che negli scorsi giorni il Gran Consiglio ha deciso che in futuro il voto per corrispondenza sarà introdotto anche per le elezioni comunali e cantonali. Se a questa estensione del voto per corrispondenza non si accompagneranno anche delle misure per agevolare i diritti popolari mediante un abbassamento del numero di firme richiesto per la riuscita di iniziative e referendum e un aumento del tempo a disposizione per raccoglierle, l’esercizio della democrazia diretta in Ticino subirà un grave colpo.
Ovviamente la raccolta delle firme per l’iniziativa sulla Civica continua, anche per dare un segnale forte alle autorità politiche e al mondo della scuola sull’ importanza di questa piccola grande riforma che mira a migliorare la formazione dei nostri futuri cittadini e a far loro comprendere l’importanza della democrazia diretta. Il nostro obiettivo è di arrivare almeno a 10’000 firme entro la fine di maggio. A tal scopo chiediamo ai nostri sostenitori e collaboratori di continuare a spedirci le firme in loro possesso. Ricordiamo che è possibile scaricare il formulario dal sito www.civicaticino.ch e che dei formulari sono a disposizione della popolazione presso gli sportelli delle Cancellerie comunali di tutti i Comuni del Cantone.
Ringraziamo chi ci ha aiutato in questo enorme sforzo organizzativo e tutti quelli che, con entusiasmo, ci hanno dato il loro appoggio
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Ha più valore la matematica oppure la civica? La lingua madre oppure l'inglese? (Inchiesta "Cooperazione" di oggi: il 44% desidera l'inglese quale seconda lingua scolastica). La società ha già dato delle risposte "mercantili" alle quali ci atteniamo arbitrariamente, dando valore a un sapere finalizzato: a “quello che si pensa utile". In tale prospettiva diventa congenita "l'inutilità" (etimologica) di molte materie e di quei saperi che non sono proficuamente spendibili nell'attuale mercato del lavoro. La commercializzazione dello scibile ha dissolto ogni motivazione verso la formazione dell’intelletto. Si è diffusa l'idea tossica che non serve studiare se non ciò che sia “utile” già a partire dalla scuola dell’obbligo. La grafia mercantesca ha sedotto la mente di politici, genitori e anche di alcuni insegnanti e li ha condotti a considerare il sapere unicamente come un fatto utilitaristico. Ne deriva l’insano (ma prevalente) concetto che: “non serve a nessuno conoscere tutto quello che non sia direttamente legato al social climbing. Ciò è di per sé la più efficace (ma pure tremenda) educazione alla cittadinanza. Il “cittadino-discente” percepisce prestissimo quali sono i “valori” cosiddetti importanti. A prescindere. Comme d’habitude la scuola sarà chiamata a tentare di ri-unire quello che la societa economicistica ha dis-giunto. Palesemente ìmpari: il “concreto” quotidiano, dominerà “l’astratto” delle buone intenzioni. Ma tant'è, oggi l'ipocrisia bipartita mercantil/culturale ha raggiunto vette iperboliche.
Uno sguardo su un ipotetico programma.
Prima lezione:
"Il Governo della Svizzera è costituito dai sette membri del Consiglio federale, eletti per un quadriennio dall'Assemblea federale plenaria. Il presidente della Confederazione è eletto solo per un anno ed è «primus inter pares», ossia primo fra pari. Dirige le sedute del Consiglio federale e assume particolari funzioni di rappresentanza."
Per questa educazione civica esistono solidi libri. Basterebbe amare la lettura: leggere in famiglia quale base della cittadinanza. Un libro per ogni ...sfumatura ideologica. Prima di ...addormentarsi. Per chi non ama il cartaceo c'è comunque sempre internet...
Pensandoci bene basterebbe una stampa che concepisca il proprio dovere come quello di informare i cittadini con vero senso di indipendenza, oppure che si identifichi ideologicamente, che chiarisca da che parte sta, insomma. E se proprio il cane da guardia della democrazia, la stampa (in Ticino) non lo vuole proprio fare che ci sia almeno un'Opposizione che concepisca il proprio dovere come finalizzato all’effettivo controllo del potere politico.
In assenza di tutto ciò ci rimane un vasto programma (didattico) che mi sentirei di consigliare e che doverosamente andrebbe, in parte, a sostituire quello che, purtroppo manca. Un programma "tutore" che stimoli nell'apprendista-cittadino la ricerca e la conoscenza dei meccanismi non sempre palesi della vicenda socio-politica, molto negletti.
Per cui , in ordine sparso e carente: il ruolo dei media nelle scelte elettorali; come viene finanziata una campagna elettorale; quanto contano i soldi nell'affermazione politica; che cos'è una classe dirigente da chi/che cosa è composta; cosa sono le lobby e come influiscono sulle scelte politiche; che cosa significa avere un mandato istituzionale; come un partito sceglie i propri candidati; esiste un senso etico in politica? Quali sono gli influssi economici e culturali mondializzati sulle scelte della politica regionale; come si forma un condizionamento culturale: il consumismo, la grande distribuzione, la propaganda commerciale. Oppure il sistema bancario, le banche centrali, i trust, la speculazione fondiaria, quella alimentare e quella sulle materie prime. Perché si delocalizza; come funzionano le grandi istituzioni politiche sovrastatali. Inoltre occuparsi di dare una definizione di democrazia e della sua identità, dei pericoli che incontra, delle sue alternative impossibili, definire le varie forme oligarchiche; che cosa sono i fondamentalismi ideologici. Mi scuso per la "parzialità" perché l'elenco potrebbe continuare nell'inesauribile ricerca della politiké techné. Mia facil.
Caro Issue, se ho ben capito il tuo scritto, sei tuttavia d’accordo d’incaricare la Scuola di intervenire cercando di colmare le abissali lacune della società degli individui. Anche se la società non esiste, disse un giorno una first lady. Inoltre sei contro la retorica della civica retorica. Pienamente d’accordo. Ma siamo poi sicuri che la politica non sia di per sé menzogna (appena apparso: “Politica e menzogna”/Luciano Violante/Einaudi). Perché se non fosse vero che il binomio politica/menzogna regge, tutto l’interessante elenco che tu srotoli sul finale sarebbe già stato chiarito. Direi che oggi urge più che altro un’educazione alla democrazia. Al significato della stessa. O meglio al significato della complessità democratica, oggi sempre più sostituita dalle semplificazioni seduttive. Anche se è pur vero che ogni atto ladresco commesso "democraticamente", diventa la sua inesorabile condanna. Certo basterebbe un buona dose di stampa onesta e una giusta quantità di seria opposizione per evitare che la Scuola DEBBA sostituire con l’astrazione teorica della “materia specifica” un discorso di società... adulta. Ma la società adulta e troppo presa con la “champions ispano-tedesca” per abbassarsi a spiegare la politiké techné ai suoi cittadini. Buona giornata.