Gli Stati Uniti e le Nazioni Unite hanno proposto aiuto logistico e umanitario dopo il terremoto di magnitudo 7.8 gradi sulla Scala Richter che ha colpito l’Iran e parte del Pakistan.
Qualche giorno fa un terremoto nella regione iraniana di Bushehr (magnitudo 6.3) aveva fatto una quarantina di morti e decine di feriti.
La scossa che si è prodotta martedì 16 aprile nella provincia del Sistan-Baluchistan, alla frontiera con il Pakistan, è la più violenta degli ultimi 50 anni ma in Iran non ha causato vittime.
Nel vicino Pakistan si contano invece una trentina di morti, periti nel crollo delle proprie case.
Il sisma è stato sentito attraverso tutti i paesi del Golfo persico, a Dubai, nel Kuwait, nel Bahrein, in Arabia Saudita, nell’Oman e persino in India.
Malgrado le tensioni con il governo di Teheran a causa delle sospette attività nucleari dell’Iran, gli Stati Uniti hanno subito offerto il loro aiuto, così come al Pakistan.
Nel 2003, quando un terremoto aveva raso al suolo la città di Bam (oltre 30’000 i morti), l’allora presidente iraniano Khatami aveva accettato l’aiuto americano. Ma da allora l’Iran ha sempre respinto ogni offerta proveniente dagli Stati Uniti.
Washington e Teheran non hanno più relazioni diplomatiche dalla rivoluzione islamica del 1979, quando in Iran venne spodestato lo Scià Reza Pahlavi e venne instaurato il regime, vigente tuttora, degli Ayatollah.
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