Mattinata di domenica inquieta, nonostante la bella giornata di sole. Ticinolibero fornisce – con malcelato entusiasmo, in una sorta di social-leghismo? – cifre sbalorditive a vantaggio della Lega, che appare comunque (anche a me) psicologicamente vincente.
Nel momento in cui scrivo la vittoria degli “sfidanti” è chiara e netta. Il vecchio potere, che pareva eterno, è stato sconfitto. Un politologo esperto saprebbe darvi non meno di dodici motivi plausibili per giustificare il risultato. Io sono soltanto un giornalista per hobby e ve ne darò uno solo, quello che a me sembra dominante. Scriverò dunque un editoriale corto e senza fronzoli.
La Lega ha vinto perché ha saputo GRIDARE. Immagino l’obiezione che mi può essere mossa, a tal punto l’immagino che la formulo io stesso. Ha gridato senza potere far niente, in concreto. Anzi: ha gridato sapendo perfettamente di non poter fare niente. Però ha gridato. La bolletta, il malumore, la rabbia, in casi estremi la disperazione della gente lo ha raccolto, questo grido.
Il potere ha pagato, per farla breve, il prezzo della crisi. Non solo, ha pagato anche lo scotto del suo linguaggio “politicamente corretto”, surreale e immutabile, per cui la criminalità d’importazione “non esiste” e in ogni caso “non bisogna generalizzare”, il diverso (il significato della parola è chiaro) è “ricchezza” e l’entrata in Europa (questa Europa!) resta l’obiettivo sognato.
Così hanno parlato, conformemente sono stati retribuiti. Intendiamoci, i vincitori non sono cavalieri senza macchia e senza paura. Non siamo tanto ingenui da crederlo.
Post scriptum. Quasi dimenticavo l’apporto decisivo fornito alla sconfitta dall’avvocato Paolo Bernasconi.