Un argomento primario per la nostra economia cantonale e regionale è il turismo che invece, ahimè, in questa campagna elettorale luganese è stato un po’ trascurato.
Fino ad oggi l’Ente del turismo cantonale ha dimostrato di non aver idee e strategie solide e concrete che garantiscano lo sviluppo di questo settore, vuoi per una mancanza di visioni, vuoi per un’eccessiva politicizzazione che ne ingessa la struttura.
Inutile puntare sui soliti proclami triti e ritriti, in questo cantone bisogna trovare delle soluzioni che creino sinergia con le risorse del territorio, le professionalità degli addetti di settore e le disponibilità finanziarie.
Se da una parte abbiamo eventi internazionali come il Festival di Locarno, Moon & Stars o l’Estival jazz di Lugano, dall’altra esistono nel nostro cantone attrazioni fisiche naturali che non vengano sfruttate.
Mi riferisco ad esempio ai nostri due laghi, il Ceresio e il Verbano, che si prestano bene non solo per i fuochi d’artificio e le bombette del primo agosto, ma che sarebbero teatro ideale per ogni evento che ruoti attorno alla vela e agli altri sport acquatici, da ideare e proporre con un pizzico di audacia e fantasia.
Anche le nostre montagne potrebbero risultarne valorizzate, se solo riuscissimo a liberarci degli schemi ormai troppo vecchi con cui concepiamo il turismo di montagna, mettendo in discussione il passato e sfruttando le opportunità e le risorse, anche umane, disponibili al momento.
Ristoranti, grotti, taverne e bar. Gli orari dovrebbero essere rivisti per ampiezza e flessibilità, lasciando maggiore discrezionalità ai gestori affinché possano migliorare il livello di servizio offerto e generare più utili e quindi posti di lavoro, con la speranza che questi ne approfittino davvero e si astengano in futuro da episodi come è capitato a me quando, alle 20.45 di una bella serata di luglio, mi è stato chiesto di sbrigarmi a ordinare il pasto perché il cuoco alle 21 avrebbe chiuso la cucina.
Negozi. È possibile che in tutto il centro Europa siamo gli unici a chiudere i negozi alle 17 e sempre la domenica?
Vogliamo essere competitivi verso le nazioni limitrofe (che ridono sotto i baffi) o ostaggi di quattro sindacati ticinesi che starnazzano?
Chi genera utili e capitale, genera posti di lavoro. Oggi, con questa crisi persistente da anni, cara grazia che si possa lavorare fino alle ore 21 piuttosto che entrare in disoccupazione e magari in assistenza, ma questo concetto alcuni sindacalisti non lo afferrano.
Flessibilità, visione strategica e collaborazione sul territorio, questa la ricetta per evitare il tracollo del nostro turismo e la chiusura delle piccole strutture dovuta alla mancanza di capitali, di turisti, di appoggi dall’Ente del turismo o a problemi di vicinato per i lavori di ristrutturazione, che a volte generano più liti in tribunale che accordi volti a valorizzare l’indotto di queste attività (hotel) a livello locale e comunale (caso concreto di un mio amico albergatore del Locarnese).
Tiziano Galeazzi, lista 3 UDC Lugano
Candidato Municipio 2, Consiglio Comunale 15
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