Il movimento palestinese Hamas, che dal 2007 controlla la Striscia di Gaza, ha chiesto venerdì alle Nazioni Unite di riprendere l’assistenza alimentare ai rifugiati in territorio palestinese, sospesa il giorno prima a seguito di scontri in un deposito di generi alimentari dell’Onu.
Giovedì 4 aprile, qualche decina di manifestanti erano penetrati con la forza in un deposito dell’Agenzia per i rifugiati palestinesi, che si occupa della distribuzione settimanale di cibo a circa 25’000 persone nella Striscia di Gaza. Chiedevano il ripristino di un’allocazione mensile alle famiglie più bisognose.
L’Agenzia aveva deciso di sopprimere l’allocazione a causa dei tagli di bilancio e ha reagito all’incidente sospendendo temporaneamente la distribuzione di cibo, spiegando che non può tollerare minacce costanti ai suoi impiegati. Settimana scorsa, movimenti di protesta avevano già costretto l’Agenzia a chiudere diversi centri.
“Si tratta di una decisione ingiustificata – ha commentato un portavoce di Hamas – I rifugiati palestinesi hanno il diritto di manifestare. Chiediamo all’Agenzia per i rifugiati di rivedere la sua posizione e di non reagire con la forza alle proteste degli abitanti.”
L’agenzia delle Nazioni Unite copre in totale le necessità alimentari di 5 milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania e nei paesi vicini. Da mesi fa fronte a una crisi finanziaria a causa del calo dei contributi dei suoi donatori. Il suo deficit è di circa 67 milioni di dollari.
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25’000 persone senza cibo, questo non é il modo di fare tagli al bilancio
Sono anni e anni che i palestinesi si lamentano e annunciano continuamente la presenza di tragiche crisi umanitarie.
Salvo poi essere sbugiardati puntualmente.
Come avvenne nel 2011, quando la vice direttrice del Comitato Internazionale della Croce Rossa nella striscia di Gaza, la svizzera Mathilde de Riedmatten, dichiarò che a Gaza non c’era nessuna crisi umanitaria. Che se si andava nei supermercati a Gaza i prodotti c’erano, come c’erano ristoranti e anche una bella spiaggia.
E poi, mio caro islamista, se i palestinesi stanno davvero subendo una tragica crisi
umanitaria, perché non vengono aiutati dai loro correligionari miliardari? Sauditi in primis?
Perché i palestinesi dovrebbero essere aiutati proprio da quegli “infedeli” che devono subire da anni violenti e scriteriati attacchi sanguinari?