Interessante intervista oggi sul Corriere del Ticino al sindaco di Bellinzona, Mario Branda. Qui di seguito alcune delle sue considerazioni.
“Nessuno, credo, vuole una Cantone diviso, un Ticino a due velocità con un centro ed una sorta di periferia dormitorio […] Lugano è oggi molto importante dal punto di vista economico e sempre più anche da quello politico: guai però trascurare le altre regioni.”
“Il Bellinzonese, si appresta a vivere una stagione assai interessante, ricca di sfide, qualche rischio certo, ma anche molte opportunità.
Se la politica e gli abitanti della regione sapranno coglierne il valore e l’importanza, potrebbero svelarsi scenari inediti e molto stimolanti sul piano dello sviluppo e della qualità di vita.”
“Lugano, ma anche il Mendrisiotto hanno in questi ultimi anni assunto un peso politico sempre maggiore nel Cantone e lo fanno sentire.
Noi non dobbiamo limitarci a recriminare e protestare, ma rimboccarci le maniche per correggere questa tendenza e far sentire e comprendere di più e meglio gli interessi del Bellinzonese e delle altre regioni del Sopraceneri.”
“Nelle intenzioni dei promotori l’aggregazione del Bellinzonese ha certamente anche lo scopo di riequilibrare forza e potere nei rapporti all’interno del Cantone e con il Governo.
L’aggregazione s’impone per affrontare con strumenti adeguati le sfide che ci attendono i prossimi anni. Penso all’apertura della linea di base del San Gottardo, alla realizzazione di un polo di ricerca in biomedicina, penso alla realizzazione del Centro di competenze tecnologico-industriale presso le Officine FFS, penso però anche a progetti territoriali e paesaggistici molto importanti riguardanti il Parco del Piano di Magadino e le montagne attorno a Bellinzona.”
“La marginalizzazione del Bellinzonese e del Locarnese dipende in primo luogo da altri fattori: Lugano, sfruttando anche una posizione di privilegio, è comunque riuscita nelle aggregazioni e oggi fa sentire il proprio ruolo ed il proprio peso.
La domanda è di sapere se, pur partendo da premesse meno favorevoli (penso in particolare alle condizioni fiscali e finanziarie), le regioni del Sopraceneri rimarranno a guardare o se, viceversa, vorranno almeno provare ad invertire o quantomeno fermare questa tendenza. Io sono ottimista.”
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