Lo scorso 3 marzo è stati accettato dal popolo ma respinto dalla maggioranza dei cantoni l’articolo costituzionale con il quale si vorrebbero porre le basi per la politica familiare nella Costituzione. L’articolo prevedeva di promuovere la conciliabilità tra famiglia ed attività professionale. Molte sono le ragioni per le quali si sarebbe dovuto votare contro quest’ennesima statalizzazione di questioni che sono già di competenza di Cantoni, Comuni, e privati. Nella Weltwoche del 24 gennaio Roger Köppel (caporedattore della Weltwoche) ha affermato che“…la migliore politica familiare è che le famiglie siano lasciate il più possibile in pace dalla politica…”. Non vi è alcun bisogno di regolare questo aspetto nella Costituzione, in quanto Cantoni e Comuni promuovono già la conciliabilità tra famiglia e lavoro, garantendo un’offerta appropriata di strutture complementari come gli asili nido e le mense.
Uno dei punti forti della Svizzera è lo Stato liberale! Chi non ne fosse convinto, s’informi sulle funzioni dello Stato in altri paesi e sull’ammontare delle imposte che pagano i cittadini. Per esempio: in Svezia, dove la politica familiare è statalizzata, non c’è quasi libertà di scelta per le famiglie. Per questioni economiche, entrambi i genitori devono lavorare. Lo stato garantisce ad ogni bambino un posto all’asilo nido, ma questa offerta è finanziata dai Comuni e quindi dai contribuenti che in Svezia sono tassati per il 63%! Negli ultimi anni, la Confederazione ha già fatto molto per promuovere e aiutare le famiglie, ad esempio; pagando assegni famigliari, offrendo ai genitori tariffe scontate, concedendo deduzioni fiscali e riduzioni dei premi assicurativi.
Un altro punto forte della Svizzera è il federalismo. È fondamentale che, le decisioni su problemi puntuali come le offerte di sostegni complementari, siano decentralizzate e gestite a livello locale, vale a dire comunale. Più le decisioni rispecchiano i desideri del popolo e più sarà sensata ed efficiente la gestione delle risorse e del denaro pubblico.
Gli interventi statali, oltre a reprimere l’impegno e l’iniziativa di privati hanno il loro prezzo da pagare, un prezzo che si ripercuote sui singoli cittadini che dovranno pagare più tasse. Tutto questo porta ad una riduzione della crescita economica e dell’occupazione, a scapito del benessere dei cittadini stessi.
Non c’è bisogno di regolare questo aspetto a livello costituzionale. I genitori sono responsabili per le loro famiglie e quindi dico un chiaro no al decreto federale sulla politica familiare.
Lisa Curti, segretaria cantonale GUDC, candidata al Consiglio Comunale per l’UDC
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Mi sembra alquanto inopportuno parlare di federalismo, dato che è stato proprio il federalismo (e non la democrazia) che l'ha affossata.
Io interpreterei così. Lisa Curti - manifestamente contraria all'articolo costituzionale - si rallegra che il FEDERALISMO (cioè i Cantoni) l'abbia bocciato.
Non ti pare?