Tratto dal pamphlet “Indignez-vous!” di Stéphane Hessel, scrittore e diplomatico morto a Parigi il 27 febbraio 2013, all’età di 95 anni.
“Ma come può mancare oggi il denaro per mantenere e prolungare queste conquiste dal momento che la produzione di ricchezze è aumentata considerevolmente dalla Liberazione, periodo in cui l’Europa era in rovina?
Se non perché il potere del denaro, così combattuto dalla Resistenza, non è stato mai tanto grande, insolente, egoista, coi suoi propri servitori fino alle più alte sfere dello Stato.
Le banche oramai privatizzate si mostrano in primo luogo preoccupate dei loro dividendi e dei cospicui stipendi dei loro dirigenti, non dell’interesse generale.
La distanza tra i più poveri e i più ricchi non è stata mai tanto rilevante e la corsa al denaro, la competizione, tanto incoraggiata.
Il motivo di base della Resistenza era l’indignazione. Noi, veterani dei movimenti di resistenza e delle forze combattenti della Francia libera, chiamiamo le giovani generazioni a far rivivere, trasmettere, l’eredità della Resistenza ed i suoi ideali.
Diciamo loro: prendete il testimone, indignatevi! I responsabili politici, economici, intellettuali e l’insieme della società non devono disorientarsi, né lasciarsi impressionare all’attuale dittatura internazionale dei mercati finanziari che minaccia la pace e la democrazia.
Auguro a tutti voi, a ciascuno di voi, di avere il vostro motivo di indignazione. È una cosa preziosa. Quando qualche cosa vi indigna come mi sono indignato io per il nazismo, allora si diventa militante, forte ed impegnato.
Si raggiunge la corrente della storia e la grande corrente della storia deve proseguire grazie a ciascuno. E questa corrente va nel senso di una maggiore giustizia, di più libertà ma non questa libertà incontrollata della volpe nel pollaio.
[…] È vero, le ragioni di indignarsi possono sembrare oggi meno nette o il mondo troppo complesso. Chi comanda, chi decide? Non è sempre facile distinguere tra tutte le correnti che ci governano.
Non si tratta più di una piccola élite di cui comprendiamo chiaramente l’operato. È un vasto mondo che sappiamo bene essere interdipendente.
Viviamo in una interconnettività come non era mai esistita. Ma in questo mondo, ci sono delle cose insopportabili.
Per vederle, bisogna bene guardare, cercare. Dico ai giovani: cercate un poco, andate a trovare. Il peggiore degli atteggiamenti è l’indifferenza.”
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Lode all'uomo per la sua vita di tutto merito.
Ma proprio per questo la sua indignazione è difficilmente esportabile.
Mutate condizioni, tempi e modi. La sua indignazione l'ha portato ad imbracciare un fucile e ad imboccare la via della lotta armata (Resistenza francese) all'oppressore nazista. Noi che via possiamo dare alla nostra giustificata indignazione?