Una riflessione su questo strumento politico-mediatico
Gli exit poll sono in Italia vietati finché le urne sono ancora aperte, eppure trapelano spesso tramite siti “stranieri”, come i siti ticinesi che in questo momento si stanno sbizzarrendo, abbozzando risultati e provocatoriamente esplicitando la loro estraneità all’Italia. E allora perché interessarsi tanto ai loro vicini del “sud”? In realtà è noto che il Ticino è un anfratto regionale tra Piemonte e Lombardia, e la sua economia dipende dall’Italia, con cui è legato, più che con il resto della Svizzera, da lingua, cultura e tradizione.
Gli exit poll sono giustamente criticati, e a ragione, per il loro utilizzo scriteriato negli Stati uniti, ove spesso accade che i risultati trapelino a urne aperte. Tale fuga di notizie può evidentemente avere effetti letali sulle elezioni, influenzandone il risultato. L’exit poll può in definitiva intaccare la macchina democratica. Ad esempio nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2000 è stato rilevato come molti supporter repubblicani non siano andati a votare in Florida dopo che i primi exit poll a urne ancora aperte avevano dato vincente Al Gore nello stato.
Pensate oggi se degli exit poll ad esempio (che prima delle ore 15, chiusura delle urne, sono illegali) dessero il Movimento 5 Stelle di Grillo vincente al 40 percento. Molte persone indecise sulla concretezza di un programma elettorale ecologista e democratico “dal basso” come appare quello dei grillini, perplesse sulla sua applicabilità, ma che ne condividono le massime lo voterebbero, in una situazione dove, senza exit poll, non si arrischierebbero a crocettare il simbolo cinque stelle. Un salto nel buio è pur sempre un salto nel buio. Tuttavia un elettore, vedendo una compartecipazione popolare molto diffusa, potrebbe essere dalla macchina degli exit poll invogliato a votare cinque stelle, prendendo come dato di riferimento il grande successo riscosso.
(Dal sito: “Elzeviro”)
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