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Pianificazione e ruote di scorta – di Giovanni Berardi

Che un esponente del mondo agricolo come il sottoscritto difenda la modifica della Legge federale sulla pianificazione del territorio (LPT), su cui ci si esprime in queste settimane grazie al voto per corrispondenza, è più che comprensibile. Il suolo, che la legge vuole difendere, è la base imprescindibile su cui si basa l’attività agricola e la produzione di alimenti. In verità, ciò vale anche per ogni cittadino che abbia a cuore un futuro sostenibile per le nuove generazioni. La popolazione mondiale (e anche quella Svizzera) aumenta in modo esponenziale e una delle sfide maggiori per l’umanità sarà proprio di riuscire ad assicurare in futuro l’approvvigionamento del pianeta. Come si farà senza le terre fertili che oggi in Svizzera sono cementificate in ragione di un campo di calcio ogni 3 ore? Oltre alla sicurezza alimentare, ci sono però anche altri argomenti che devono farci propendere per un convinto Sì alla LPT.

Di recente è stato presentato il documento strategico “Progetto territoriale Svizzera” che gode del consenso dei rappresentanti di Confederazione, Cantoni, città e Comuni e che, fra l’altro, lancia un segnale d’allarme: uno sviluppo a macchia d’olio degli insediamenti non è sostenibile perché verrebbero a mancare i soldi per assicurare le infrastrutture necessarie a nuove zone edificabili. In pratica lo Stato e le sue finanze risulterebbero eccessivamente sollecitati anche perché, oltre a dover coprire i costi di nuove urbanizzazioni, bisognerà metter mano all’adeguamento delle infrastrutture già esistenti per migliorarle. Detto in soldoni, se si va avanti di questo passo, i cittadini presto o tardi saranno chiamati alla cassa. Secondo il progetto territoriale Svizzera la via da percorrere sarebbe invece la densificazione e il riordino degli spazi già urbanizzati evitando però di estenderli e ottimizzando le infrastrutture esistenti. E la revisione della LPT prevede proprio strumenti che favoriscono questi processi di riordino pianificatorio, limitando a una riserva di 15 anni le scorte di zone edificabili.

In diversi Cantoni della Svizzera, fra cui il nostro, se si costruisse nelle zone già adesso edificabili ma ancora libere da edifici, la popolazione raddoppierebbe. A parte il fatto che già oggi in diverse zone è sufficiente lo “starnuto” d’un incidente per mandare in tilt il traffico (vedi ad esempio ciò che succede una settimana sì e l’altra pure fra Lugano e Chiasso), la sproporzione delle riserve di zone edificabili rispetto alla necessità è evidente. Sarebbe come se nel baule della vostra automobile invece di una aveste quattro (!) ruote di scorta. Un po’ troppe non vi pare? Insomma, un Sì alla revisione della Legge sulla pianificazione del territorio, oltre a far bene a una Svizzera vivibile e a misura d’uomo, svuoterebbe il vostro baule di zavorre inutili e costose.

Giovanni Berardi – Presidente di Agrifutura

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