La totalità del fondo speciale alimentato dalle grandi banche svizzere e destinato ai sopravvissuti e agli eredi delle vittime dell’Olocausto è stata versata. Ne hanno beneficiato circa 425’000 ebrei.
Lo ha indicato giovedì il giudice statunitense Edward Korman.

Sono passati 15 anni dall’accordo globale sugli averi in giacenza concluso tra le grandi banche svizzere e i sopravvissuti dell’Olocausto, o i loro discendenti.
Tenendo conto degli interessi, ha precisato Korman, sono stati restituiti circa 1.3 miliardi di dollari.
Un numero incredibile di ricerche ha dovuto essere eseguito, in quanto le banche, UBS e Credit Suisse, avevano distrutto i documenti relativi ai fondi in giacenza risalenti agli anni del nazismo.
Ricerche che hanno anche permesso di tracciare il comportamento delle banche svizzere durante la Seconda guerra mondiale.

Parallelamente al fondo creato dall’accordo globale con le banche, nel 1997 la Confederazione aveva istituito un suo fondo a favore delle vittime dell’Olocausto.
Il governo svizzero intendeva così attestare un concreto gesto di solidarietà verso gli ebrei perseguitati dal regime nazista.
La Banca nazionale e diverse tra aziende e istituti di credito svizzeri hanno contribuito con 273 milioni di franchi. Altri 25 milioni di franchi provengono dai versamenti di singoli cittadini e da interessi bancari.
Negli anni, il fondo della Confederazione ha versato 295 milioni di franchi a 312’215 beneficiari. I rimanenti 3 milioni sono stati devoluti a organizzazioni umanitarie.