Al sito gasiero di In Amenas, nel deserto algerino, l’attività è ancora sospesa, per la presenza in massa delle forze dell’esercito che ancora domenica setacciavano l’immensa area del complesso industriale alla ricerca di terroristi o di eventuali ostaggi, nascosti o cadaveri.
Domenica sono stati rinvenuti i corpi di 25 ostaggi – ancora non si conosce la loro nazionalità – il che porta a 48 il numero di occidentali morti. Sono invece 32 i terroristi uccisi nel blitz di giovedì mattina, condotto a sorpresa dalle forze speciali dell’esercito.
Il ministro algerino dell’Informazione, Mohamed Said, ha confermato che purtroppo all’appello mancano ancora diversi ostaggi. Il bilancio delle vittime rimane tragicamente aperto.
I governi dei paesi di appartenenza degli ostaggi hanno rilasciato diverse prese di posizione riguardo al blitz delle forze armate. Il presidente francese Hollande ha detto che non vi era alcuna possibile alternativa all’uso della forza, mentre da Giappone, Gran Bretagna e Stati Uniti sono arrivate perplessità e critiche.
Al governo di Algeri le critiche non interessano. Prova ne è che dal presidente Abdelaziz Bouteflika non è giunto alcun commento a beneficio delle diplomazie estere.
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