Il malessere manifestatosi negli ultimi decenni soprattutto nell’elettorato fedele ai partiti borghesi e presso i giovani e reso evidente nel sempre più accentuato allontanamento dalla vita politica, è cresciuto con l’estensione della presenza dell’ente pubblico nella vita di ognuno. Aumento del numero di leggi e regolamenti ad ogni livello, estensione della burocrazia con l’aumento del numero dei funzionari pubblici con la creazione di nuovi uffici e competenze e, parallelamente, estensione della quota del bilancio statale (a livello di Comune, Cantone e Confederazione). È evidente come fra le due tendenze, da un lato l’aumentata presenza dell’ente pubblico con conseguente riduzione dello spazio di autonomia dell’individuo e, dall’altro, la cresciuta disaffezione verso la cosa pubblica, vi sia una relazione di causa ed effetto che colpisce coloro che per formazione ed indole nonché per sfera di interessi sono propensi ad assegnare un ruolo attivo e propositivo più alla società, come insieme degli individui, che all’ente pubblico e che ritengono che la libera e spontanea iniziativa meglio e più efficacemente raggiunga gli obiettivi di creare benessere e solidarietà nella società, mentre l’ente pubblico debba essenzialmente essere limitato ai compiti per i quali è stato creato, consistenti nella salvaguardia dell’ordine pubblico e nella creazione delle infrastrutture territoriali.

Il prelievo fiscale, soprattutto quando non più sentito come sopportabile, togliendo all’individuo una parte del suo guadagno, lo priva dei mezzi per sostenere le sue iniziative, non solo in campo economico con la creazione di ricchezza, ma anche, per esempio, nel settore della solidarietà a favore dei meno fortunati o nel settore della cultura, ambiti questi dove l’individuo con le sue organizzazioni sociali per sua natura è portato ad agire in modo più efficiente e mirato che non l’ente pubblico.
La preponderanza di quest’ultimo sulla società porta a disaffezione, ma anche a ribellione nella misura in cui non solo sia inefficace (e con questo non si vuole dare un giudizio di valore al singolo impiegato dello Stato ma al sistema che troppo spesso svaluta il valore del singolo) ma anche produca effetti clientelari e di conflitti di interesse con ampi settori dell’economia privata che direttamente o indirettamente è tributaria verso l’ente pubblico (appalti, mandati, sussidi diretti e indiretti).

Questa tendenza, nella misura in cui i partiti tradizionali non vogliono (come i socialisti) o non possono contrastare (come i liberali che presentano al loro interno troppi interessi contingenti che tendono a privilegiare l’essenza e il rafforzamento dell’ente pubblico), deve essere ostacolata creando nuovi strumenti politici che si propongano di rappresentare senza compromessi le istanze di libertà e di autonomia individuale sempre più represse, troppe volte, con il pretesto del bene comune, pretesto che in definitiva si esaurisce più nel creare una categoria di cittadini dipendenti e repressi e una categoria, sempre più potente, di politici e burocrati.

Uno di questi strumenti è stato creato da un gruppo di persone libere e, viste le circostanze sfavorevoli, coraggiose, fondando AreaLiberale, un movimento aperto alle istanze di libertà e alle esperienze di coloro che credono in queste istanze, non strutturato come un qualsiasi partito e che pone l’accento in primis sul movimento politico quale veicolo di idee e progetti e non per veicolare ambizioni personali o sostenere guerre di posizione (come sembra stia avvenendo nella campagna per il rinnovo dei poteri politici a Lugano) che svaluterebbero il dibattito sui principi e sui metodi per conseguirli. Proposta non facile solo se si pon mente alla naturale ritrosia per molti elettori di una piccola componente sociale come il nostro cantone di cambiare casacca rischiando di perdere non solo amicizie, ma anche favori e privilegi che un ente pubblico sempre più potente sa dispensare: questa mentalità spiega bene quello che il destino ha riservato al gruppo di Idea Liberale. Proposta non facile ma accattivante per tutti coloro che vogliono riappropriarsi della politica (quella ragionata e rigorosa, non quella delle sparate e dei susseguenti voltafaccia) per evitare che siano gli altri a farla
in vece loro.

Una prima possibilità si presenta con le elezioni comunali di Lugano. La città è cresciuta non solo in estensione territoriale, ma anche nei suoi bilanci e nei nuovi compiti che le sono stati assegnati: tempo quindi, in considerazione delle sfavorevoli previsioni finanziarie, e, pertanto, delle minori entrate fiscali, di rivedere spese e compiti lasciando più spazio alla società e alla creazione di ricchezza da parte dei cittadini, combattendo assistenzialismo e clientelismo. AreaLiberale è una possibilità offerta a tutti coloro che si riconoscono in questi principi di continuare a fare politica non solo affinché non siano gli altri a farla sulle loro schiene, ma affinché la politica sia limitata allo stretto necessario.

Stelio Pesciallo, avvocato, membro del direttivo di AreaLiberale, candidato al Municipio di Lugano

[articolo pubblicato nel CdT del 12 gennaio]