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L’esercito bombarda il sito di In Amenas, dove gli islamisti tengono prigionieri oltre cento ostaggi

Mercoledì mattina una quarantina di lavoratori occidentali e un centinaio di algerini sono stati presi in ostaggio nel sito di estrazione di gas da un gruppo islamista affiliato a al Qaeda.
Il sito, gestito dalla British Petroleum, dall’azienda nazionale Sonatrach e dalla compagnia norvegese Statoil, si trova nel centro-est dell’Algeria, a In Amenas, vicino alla frontiera con la Libia
.

Con questo attacco la guerra nel Mali prende una dimensione internazionale, per il sequestro di cittadini statunitensi, giapponesi, francesi, norvegesi, rumeni e britannici.

Più di cento ostaggi, tra cui una quarantina di occidentali, sono nelle mani di guerriglieri islamisti che si dicono appartenenti alla brigata Al-Mouthalimin.
Mercoledì mattina questi hanno preso d’assalto il centro di produzione di gas di In Amenas, nel centro-est dell’Algeria. L’attacco è una vendetta per l’intervento francese nel Mali e per il permesso concesso da Algeri alle forze aeree francesi di sorvolo del territorio.
L’attacco al sito ha causato la morte di due lavoratori, un algerino e un britannico.
La brigata esige la fine dell’offensiva armata francese nel Mali e la liberazione di un certo numero di prigionieri islamisti.

Giovedì pomeriggio l’aviazione dell’esercito algerino ha bombardato il sito. Islamisti citati dall’agenzia di stampa del Mali ANI riferiscono di numerose vittime e di feriti gravi. Le agenzie di stampa occidentali fanno stato di 35 ostaggi uccisi.
Poco prima del bombardamento una ventina di ostaggi sarebbero riusciti a fuggire. Lo confermano fonti vicine ai servizi di sicurezza algerini.

La presa degli ostaggi è stata minuziosamente preparata ed era allo studio da molto tempo, ha dichiarato giovedì il governo di Londra. Il governo del premier David Cameron ritiene che le trattative con i sequestratori vanno lasciate al governo di Algeri e che un intervento occidentale sarebbe controproducente.
Il quotidiano “Tout sur l’Algerie” conferma che le autorità algerine stanno effettivamente gestendo da sole questa emergenza e rilasciano pochissime notizie.
Le voci che trapelano aumentano la confusione e non vi sono cifre sicure nemmeno sul numero delle persone trattenute in ostaggio. Alcune fonti parlano di un centinaio, altre di una sessantina di persone.

Il canale televisivo CNN ha comunicato che i sequestratori avrebbero chiesto di poter raggiungere la Libia senza essere attaccati. Non è chiaro se porterebbero con loro degli ostaggi.


Il sito di In Amenas, nel centro-est dell’Algeria, vicino alla frontiera con la Libia – foto Google Earth

Redazione

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