I segni dell’avvento di una terza guerra mondiale sono sempre più evidenti, nell’esame delle alleanze e degli interessi divergenti che oppongono le potenze mondiali. Ovunque nel mondo le alleanze si moltiplicano, il tutto a confermare l’avvicinamento del conflitto e il calendario mondialista, con i suoi imperativi di ordine mistico, che nessuno dovrebbe ignorare.

Così scriveva nella primavera 2012 Johan Livernette sul blog johanlivernette.wordpress.com e proseguiva : “Sul piano mediatico l’ipocrisia è totale : ognuno cerca di gettare la responsabilità di questa terza guerra mondiale sugli altri, quando tutti sanno che l’asse atlantico-sionista ne è all’origine.
Il pretesto delle armi di distruzione di massa ha già funzionato, l’esempio iracheno lo ricorda. Saddam Hussein ne aveva fatto le spese.
Da anni il nucleare iraniano è al centro del dibattito e potrebbe essere il punto di partenza del futuro grande conflitto.

Nel sud-est, regione abitualmente discreta, l’Australia ha preso posizione. Un accordo militare è stato concluso tra il primo ministro Julia Gillard e il presidente Barack Obama. Navi di guerra e aerei americani potranno accedere alle basi navali e aeree dell’Australia.
Non vi è dubbio che il caso australiano sarà preponderante nell’eventualità di un attacco statunitense in Asia. Va ricordato che nella sua ricerca di alleati, Washington ha già arruolato la Corea del Sud e il Giappone, paesi nettamente opposti alla Cina.

“Quanto tempo ancora Cina e Russia si limiteranno a osservare quanto fa l’America? – ha chiesto di recente l’ex Segretario di Stato statunitense Henry Kissinger, ricordando che l’Iran è il principale obiettivo di Israele e che “i nostri giovani sono pronti, perchè sono stati programmati per essere buoni soldati, pronti a morire in guerra. Quando verrà ordinato loro di scendere nelle strade e combattere contro questi cinesi e questi russi, obbediranno agli ordini. Non va dimenticato che gli Stati Uniti hanno le armi migliori, abbiamo cose che nessun altro paese possiede e quando verrà il momento metteremo in campo queste armi.”

La Russia è militarmente circondata dall’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del nord. L’avanzata sul piano mondialista doveva inizialmente prodursi senza il nazionalista Putin, che rappresenta un ostacolo all’egemonia atlantico-sionista.
Così, Washington ha per obiettivo la cancellazione del campo politico russo. Con quale intermediario? La ONG pro-atlantica per eccellenza, il NED (National endowment for democracy, ndr), vuole essere l’alleato obiettivo della Nato e si attiva per influenzare con discrezione la stampa russa, il che non ha impedito la rielezione di Putin. Il popolo russo si mostra fedele al Cremlino.
La sostituzione di Vladimir Putin è dunque rinviata. Gli occidentali dovranno raddoppiare gli sforzi.
Lo stesso vale in Siria, dove il veto russo-cinese ha fermato l’avanzata americana opponendosi alle sanzioni occidentali. Si tratta di un segnale forte, che mostra che la marcia guerriera americana non è una fatalità. A meno di un intervento della Nato, giustificato dai soliti aspetti di libertà e democrazia.

In Siria la rivolta è detta “popolare” e il regime del presidente Bachar al Assad è giudicato “repressivo” nei confronti del ribelli, mentre in realtà l’insurrezione è fabbricata e condotta dall’estero.
La Siria è alleata della Russia. Così come l’Iran è il principale partner commerciale della Cina, a cui fornisce abbondanti quantità di petrolio.

Da Bruxelles il vice primo ministro russo delegato agli affari militari Dimitri Rogozin ha precisato che : “Ogni attacco contro l’Iran sarà considerato una minaccia diretta alla sicurezza della Russia.”
La presenza di truppe militari anglo-statunitensi si è rinforzata nello stretto di Hormuz (lo stretto che divide la penisola arabica dalle coste dell’Iran, ndr) a partire dal gennaio 2012, con il massiccio trasferimento di basi navali e aeree.
In questo luogo strategico potrebbero scoppiare diversi conflitti.

[…] L’avvento della terza guerra mondiale si precisa man mano che le pedine prendono posto sulla scacchiera.
Gli oligarchi si apprestano a scatenare il caos voluto dai dirigenti del governo mondiale, allo scopo di confermare la loro supremazia finanziaria e ideologica e di costruire sulla rovine delle nazioni il loro piano di dominio a lungo termine e su vasta scala.”