Calmanti ai richiedenti legati sui voli speciali, i medici denunciano, titola in prima pagina l’edizione odierna de La Regione.

“Alcuni medici insorgono contro la somministrazione di neurolettici a richiedenti immobilizzati a bordo – si legge nell’articolo – I medici puntano il dito contro la somministrazione di calmanti ai richiedenti l’asilo immobilizzati sui voli speciali che li riportano in patria con la forza per non aver voluto o potuto lasciare la Svizzera di loro spontanea volontà.
La prassi è stata denunciata ieri dalle colonne di Le Temps da Jean-Pierre Restellini, a capo della Commissione nazionale di prevenzione della tortura (Cnpt), e dall’ex presidente della Federazione dei medici svizzeri (Fmh) Jacques de Haller.”

Un simile pratica, con le differenze del caso, viene eseguita ogni giorno in molte case di degenza per anziani.
In passato i media ticinesi si erano soffermati sulle difficili condizioni di degenza a cui erano sottoposti spesso gli anziani. Un dibattito che si era da subito spaccato in due distinti campi: chi difendeva il personale delle case anziani, elogiandone il comportamento e la professionalità, escludendo qualsiasi forma di maltrattamento verso gli ospiti delle strutture e chi – parenti degli anziani degenti – criticava la maniera in cui i loro parenti venivano trattati.
Poi, come sempre accade, sulla questione era calato il silenzio e la pagina era stata girata.

La somministrazione di calmanti agli anziani nella case di riposo è una realtà non solo nel nostro cantone ma in tutta la Svizzera e ovviamente ovunque nel mondo.
L’anziano che si trova in una casa di degenza raramente vive felice e sereno le sue giornate. Tutti lo sanno ed è ridicolo negare l’evidenza sostenendo il contrario.
Anziani che si lamentano, che cercano di scappare, difficili da gestire, affetti da demenza senile o da barlumi di ribellione : quando non si riesce a tenerli sotto controllo si somministrano loro calmanti, sotto diverse forme. E’ una realtà confermata da chi in queste case ci vive.
E non di rado l’anziano viene legato alla sedia su cui trascorre parte della giornata. Così non scappa, non si agita, non crea problemi.

Tornando all’articolo de La Regione si legge la dichiarazione di Jacques de Haller: “Per la Fmh è chiaro: è fuori questione iniettare qualsiasi cosa a una persona senza il suo consenso.”
La Fmh potrebbe considerare di chinarsi anche su problemi che fanno meno scalpore mediatico, ma che meritano lo stesso interesse di quello dei richiedenti l’asilo.