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Parcheggi privati: eccesso di burocrazia a scopo dissuasivo? – di Lara Filippini

Premessa I proprietari privati di parcheggi per auto hanno la possibilità di proibire il posteggio abusivo negli stessi da parte di estranei, mediante la posa di appositi cartelli di divieto, annuncianti misure punitive quali multe e rimozione del veicolo. L’iter che regola l’imposizione del rispetto del cartello in questione non dovrebbe essere complicato, alla luce del semplice buonsenso: il proprietario leso chiama la polizia e questa provvede. Punto.

Invece no, si deve far capo all’Ufficio giuridico di Camorino, inoltrando un “rapporto di querela” che richiede un sacco di informazioni che agli occhi del profano appare inutile, e il cui reperimento da adito a volte a non poche difficoltà. Una burocrazia che legittima il sospetto di essere stata creata ad arte per dissuadere i proprietari dal richiedere l’intervento dell’autorità per far rispettare i propri diritti.

Esempio: negli scorsi giorni una ditta ticinese ha notato che un autoveicolo è fermo da due settimane in uno dei propri parcheggi, peraltro dotati dell’apposito divieto autorizzato dalla Giudicatura di pace citato sopra. Nel riempire il “rapporto di querela” s’imbatte però in alcune informazioni a lei non note o di cui non dispone al momento. Se alcune le vengono gentilmente fornite dallo sportello del proprio comune di riferimento, una in particolare appare di difficile reperimento: la data della decisione della posa del segnale autorizzata dalla Giudicatura di Pace.

Contattato il Giudice di Pace di riferimento, scopre che tale informazione non è informatizzata e che, per ottenerla, deve richiederla per lettera la cui risposta può prendere alcuni giorni, se non una settimana. E intanto la vettura posteggiata abusivamente continua a rimanere lì fino a quando il suo proprietario non deciderà di toglierla. Anche se all’apparenza la questione sarebbe di competenza comunale, tale non è, visto che per applicare l’eventuale sanzione occorre far capo all’Ufficio giuridico di Camorino, ossia all’amministrazione cantonale.

Alla luce di quanto sopra, ci permettiamo d’inoltrare al Consiglio di Stato la seguente

Interrogazione

– 1. Quanti sono i cartelli di divieto di parcheggio posati su suolo privato nel Cantone?

– 2. Quanti interventi dell’autorità sono richiesti annualmente per far rispettare tali divieti?

– 3. È possibile che nel 21° secolo, in piena era informatica, le informazioni da richiedere alle giudicature di pace non siano ancora informatizzate e debbano essere oggetto di ricerca manuale con relativa non indifferente perdita di tempo?

– 4. Può e intende il Consiglio di Stato intervenire affinché la procedura di richiesta d’intervento sia snellita il più possibile, affinché il proprietario del parcheggio non debba attendere tempi biblici, o quantomeno i comodi dell’automobilista abusivo, per riottenere il suo legittimo diritto a far uso del SUO box.

– 5. In particolare, è possibile informatizzare le date di autorizzazione alla posa dei cartelli di divieto, e altri dati richiesti dal “rapporto di querela”, in modo che il cittadino o l’Ufficio Giuridico di Camorino vi abbiano accesso, snellendo almeno così l’attuale procedura?


Per il gruppo UDC:
Lara Filippini

Relatore

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