L’anno 2012 ha evidenziato ancora una volta quanto sia difficile nel sistema sanitario svizzero operare cambiamenti radicali. In questo contesto appare interessante un’analisi sul lungo periodo degli sviluppi legati alla libera professione di medico, in particolare di medico di famiglia, ma non solo. Tradizionalmente lo studio medico di medicina interna generale in svizzera corrispondeva a un presidio ospedaliero nel quale il paziente si recava ed in tempi brevi aveva accesso non solo alla visita clinica, ma ad analisi di laboratorio, esami radiologici, ed in alcuni casi esami strumentali ed ecografici di base. In caso di patologie più complesse il paziente veniva inviato allo specialista e/o in ospedale : generalmente il medico si faceva carico di organizzare questi consulti nel modo più rapido ed efficiente possibile.  Essendo la Svizzera un paese con salari elevati nel confronto internazionale una presa a carico rapida ed efficiente rappresenta per inciso un contributo importante all’economia reale, tenuto conto che per patologie minori i costi legati all’assenza dal lavoro sono un multiplo dei costi legati alla patologia.

Fino all’introduzione del TARMED gran parte dell’incasso di uno studio medico era legato a prestazioni tecniche e la filosofia iniziale del TARMED era quella di rivalutare le prestazioni intellettuali. Per le prestazioni strumentali il TARMED prevedeva una cosiddetta prestazione tecnica, per coprire i costi d’esecuzione ed una prestazione medica, corrispondente al guadagno del medico. A lato pratico radiologia e soprattutto il laboratorio analisi hanno avuto una importante contrazione delle retribuzioni e parallelamente un importante aumento dei costi legati soprattutto all’introduzione di periodici controlli di qualità estremamente onerosi, importanti per garantire l’eccellenza della prestazione, ma i cui costi non vennero compensati da adeguamenti tariffali. La retribuzione degli esami ecografici è oggetto di richiesta di adeguamento al ribasso. Da ultimo assistiamo a riduzioni o cancellazioni di prestazioni essenziali, quali ad esempio ed in particolare l’indennità di trasferta per visite a domicilio.

Per compensare l’aumento globale della spesa sanitaria il valore del punto non è stato adeguato al rincaro, ma nella maggioranza dei cantoni svizzeri è stato soggetto a revisione al ribasso. Vero che nel primo decennio di questo secolo il rincaro in Svizzera è stato limitato, da non dimenticare però che negli anni 80 e 90 del secolo scorso anche in anni di notevole inflazione le tariffe mediche non erano state adeguate.

Concludendo possiamo tranquillamente affermare che nell’ultimo ventennio con la tecnica del taglio  del salame, fetta dopo fetta, i margini legati ad un’attività medica libero professionale d’eccellenza si sono ridotti. Sempre meno  giovani medici sono comprensibilmente interessati alla libera professione, mentre l’attività dipendente diventa più attrattiva. Nel corso di due generazioni il medico, da libero professionista rischia di tramutarsi in un dipendente statale. Se questo sia un bene o un male lasciamolo decidere al lettore.

MariaGrazia Canepa, Medico Internista e Presidente della Società di Ecografia medica.