La candidatura alle elezioni comunali di Lugano 2013 del Consigliere di Stato Marco Borradori crea un certo effetto domino, scrive Pierre Rusconi sul Corriere del Ticino di giovedì 6 dicembre.

“La data in cui (Borradori) lascerà l’Ese­cutivo cantonale crea scenari diversi – commenta il Consigliere nazionale UDC – … il dover procrastina­re il suo mandato ben oltre il neces­sario lascia perlomeno affiorare qualche dubbio sulle sue reali inten­zioni.

Il conflitto di interessi sul Pre­ventivo 2013 del Cantone o la sua accresciuta visibilità nei confronti dei concorrenti non mi paiono argo­menti che lo possano condizionare.
Una sua partenza anticipata può invece creare imbarazzo nella scelta del suo subentrante. E credo che il dilemma con il quale Marco Borra­dori si trova confrontato sia proprio questo. Cosa vogliono fare i suoi col­leghi di lista che dovrebbero prende­re il suo posto?

Toccherebbe a Lorenzo Quadri en­trare in Governo, ma i suoi incarichi attuali di redattore del «Mattino», municipale di Lugano e Consigliere nazionale dovrebbero essere da lui lasciati.
Tre sedie in cambio di una per la durata di due anni fino alle prossime elezioni cantonali. L’esito del voto del 2015 non è garantito e il rischio di rimanere a casa troppo alto per propendere verso questa scelta.

Il secondo a subentrare sarebbe nientemeno che il presidente a vita che si verrebbe a trovare in una scomoda posizione.
Dovrebbe rivendi­care il tanto deprecato Dipartimento delle finanze, mettere le cose a posto e trovare la quadratura dei conti. Più facile a dirsi che a farsi.

Avanti allora Michele Barra, che ha ben altri impegni e che si è messo a disposizione per garantire una pre­senza del Locarnese sulla lista del Consiglio di Stato e nient’altro.

Le castagne dal fuoco rischia di do­verle togliere Michele Foletti: anche per lui il limite di una sola mezza legislatura è dietro l’angolo.

Chiunque non eletto rischia di essere quello che gli americani chiamano un’anatra zoppa. Che bel pasticcio per niente facile da dirimere…”