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Frontalieri e dumping salariale. Laura Sadis : non si erigono muri alle frontiere

“Ci sono datori di lavoro che assumono frontalieri con stipendi improponibili e inquietanti – aveva detto qualche giorno fa la Consigliera di Stato Laura Sadis.

Il portale d’informazione Infoinsubria.com ha intervistato la responsabile del Dipartimento economia e finanze riguardo a frontalierato e squilibri salariali.
Qui di seguito alcune delle dichiarazioni rilasciate da Sadis.

“Il frontalierato sta oggi interessando anche il terziario, creando degli squilibri sul mercato del lavoro, con gli annessi rischi di dumping salariale, di sostituzione della manodopera locale e di aumento della disoccupazione in Ticino.

[…] Alcuni datori di lavoro stanno assumendo personale a livelli salariali improponibili.
Occorre proseguire gli sforzi per sensibilizzare le imprese al senso di responsabilità verso il territorio…
Correttivi importanti entreranno inoltre in vigore dal 1. gennaio 2013 con il rafforzamento delle misure accompagnatorie alla libera circolazione delle persone […] Le imprese che avessero sistematicamente sottopagato i dipendenti potranno essere escluse dal mercato.
Dal 1. maggio 2013 entrerà poi in vigore per le imprese estere l’obbligo di notifica del salario dei loro dipendenti distaccati in Svizzera.

[…] La complessità del mercato del lavoro richiede un costante perfezionamento degli interventi e un’elevata sorveglianza, in particolare per combattere il dumping salariale e la sostituzione di manodopera locale con manodopera frontaliera.
La Commissione tripartita cantonale in materia di libera circolazione sta effettuando un controllo capillare sulle aziende nei settori in cui viene riscontrata una situazione di dumping salariale e laddove siano accertati gravi e ripetuti abusi …

La vera questione è quella di evitare il ricorso speculativo a manodopera estera e di evitare derive che portano squilibri sul mercato del lavoro.
[…] Non si tratta di erigere muri alla frontiera, ma di lavorare, con politiche concrete e coordinate e non già con velleitarismi demagogici, alla costruzione di un tessuto imprenditoriale solido e sano, che produca valore aggiunto e non derive sociali.”

Redazione

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  • Contrariamente a quanto potrà sostenere qualunque uomo politico anti-sinistra cantonale, chi è favorevole al libero passaggio di mano d’opera alle frontiere non sono i socialisti, ma è soprattutto l'imprenditoria collocata in Ticino. L’attività economica ha bisogno per fare profitti e anche per resistere alla delocalizzazione, di poter contare su una certa forza lavoro a un costo relativamente basso e poco incline all'antagonismo. La pressione delle imprese da una parte, ma anche l'interdipendenza generalizzata di tutte le parti favoriscono in un modo o nell'altro l'arrivo di altri frontalieri considerati come un prezioso bacino di mano d'opera a valori convenienti. Il quadro economico cantonale non cambierà perché il quadro economico occidentale è un quadro economico neocapitalista. Il quadro economico neocapitalista esige la deregolamentazione e crea un infame rapporto tra classe dei salariati ridotta a schiavitù economica, ed élites dell’azionariato finanziario, interessate esclusivamente ai profitti anche illeciti. Il 10% delle famiglie più ricche detiene quasi i 50% della ricchezza totale, mentre il 30% delle meno ricche non arriva a detenere nemmeno l'uno per cento."C'è una guerra di classe, è vero, ma è la mia classe, la classe dei ricchi che la gestisce, e la sta pure vincendo." Warren Buffet.

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