Nel suo intervento di giovedì sera il neo presidente cantonale PLRT Cattaneo ha avuto il coraggio di sollevare la questione riguardante il sedime delle officine di Bellinzona.
La domanda retorica che si pone Cattaneo è se ha ancora senso mantenere le officine federali con i loro 100’000 metri quadrati di superficie dove si trovano oggi, considerando che fra pochi anni, a seguito della costruzione di Alptransit, l’area in cui sorgono diventerà strategica, sia per la sua centralità nel sistema dei trasporti cantonali, sia perché connessa in modo comodo e rapido al resto della Svizzera. La sua provocatoria proposta è di prendere a modello Zurigo, dove si ha un esempio di riconversione di un terreno industriale in un quartiere residenziale.
Chiaramente la risposta alla domanda iniziale del neo presidente PLRT può essere solo no, quella zona offre delle caratteristiche tali da risultare sprecata per il suo uso attuale, perciò le officine andrebbero spostate fuori dal centro città (le alternative valide non mancano) in modo da permettere un migliore impiego del sedime. La vera questione aperta resta quindi quale potrebbe essere questo migliore impiego.
Una possibilità concreta e secondo me ideale è di utilizzare l’area per edificare il nuovo ospedale cantonale, sviluppandoci attorno il polo di ricerca biomedica già esistente composto da IRB, laboratorio cantonale e IOSI, senza dimenticare l’Università della Svizzera Italiana con il previsto master in medicina. Vediamo perché si tratta di una soluzione ideale, che non solo soddisfa tutti i requisiti dell’EOC, ma che offre pure dei notevoli vantaggi rispetto a qualsiasi altra variante vagliata finora.
L’area di 100’000 metri quadrati è esattamente delle dimensioni richieste per poter sviluppare il progetto di un nuovo ospedale moderno che si estenda in orizzontale adeguandosi alle più attuali concezioni di nosocomio. La posizione è la migliore pensabile in Ticino: centrale rispetto al territorio cantonale, facilmente e velocemente raggiungibile sia in automobile attraverso il nuovo semisvincolo a sud e lo svincolo di Castione a nord, che con i mezzi pubblici in quanto accanto alla stazione, dalla quale, sfruttando il rinnovamento previsto per il 2016, si potrebbe predisporre un accesso diretto alla struttura.
Se si considerano le centinaia di dipendenti dell’ospedale, i pazienti e tutti coloro che si spostano per visitarli, vi sarebbe un notevole miglioramento nell’insieme della mobilità sostenibile a livello cantonale, in quanto non dobbiamo dimenticarci che oggi nessuno degli ospedali ticinesi è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici (mentre i relativi autosili hanno raggiunto prezzi da usura).
Un altro punto a favore di questa soluzione è la presenza proprio in Viale Officina della sede dell’EOC con tutti gli evidenti vantaggi organizzativi, logistici ed economici del caso, e non dobbiamo infine dimenticarci che la collaborazione per il master in medicina è prevista con l’università di Zurigo. Quindi quale sede migliore di questa, raggiungibile direttamente e comodamente in treno in un’ora e venti minuti?
Data la sua già citata posizione strategica rispetto al resto della Svizzera, ma anche rispetto a Milano, attorno a questo nucleo potrebbero poi svilupparsi ulteriori iniziative pubbliche ma soprattutto nuove iniziative private di vario genere, tanto da multinazionali quanto da start-up.
Questa però è musica del futuro. Per sentirla suonare dobbiamo prima guardare in faccia alla realtà ed ammettere che, per lo sviluppo del Bellinzonese, sarebbe sbagliato mantenere una zona industriale in centro città quando, per di più, le aree alternative dove spostare le officine non mancano.
Athos Ambrosini, presidente UDC distretto di Bellinzona e Valli
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