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Iniziativa contro i globalisti: vogliamo mandare a ramengo un altro tesoretto? di Lorenzo Quadri

E’ stata depositata di recente l’iniziativa popolare contro i forfait fiscali per i ricchi stranieri che risiedono in Svizzera senza esercitarvi un’attività lavorativa e sono quindi tassati in base al dispendio.

Una definizione calzante per questa iniziativa sarebbe “iniziativa Tafazzi”, dal nome del personaggio televisivo che si martellava sui “gioielli di famiglia”. Tanto per cominciare, i “globalisti” (così vengono chiamati i ricchi stranieri che vivono di rendita in Svizzera) non sono evasori legalizzati. Le tasse le pagano eccome. Certo, poche per rapporto alla loro forza finanziaria. Ma molte in cifre assolute. Nel 2010 i 5445 globalisti hanno versato in Svizzera quasi 700 milioni di Fr di imposte, a cui si sommano 200 milioni confluiti nelle casse dell’IVA e dell’AVS. Bisogna poi aggiungere le donazioni e le imposte di successione.

Questo per quanto concerne la parte fiscale. Che è solo uno degli aspetti. C’è anche il côté occupazionale. I “superricchi” costruiscono residenze sfarzose, acquistano beni di lusso, frequentano ristoranti e alberghi, teatri, concerti e musei, e via elencando. In questo modo generano – così le stime della Confederazione – quasi 25mila posti di lavoro in Svizzera.

Tutto questo a fronte di un utilizzo di servizi pubblici minimo: di sicuro i globalisti non beneficiano di aiuti sociali, in genere non hanno più figli in età scolastica, spesso passano in Svizzera, pur pagandovi le tasse, solo pochi mesi all’anno, disponendo di varie residenze sparse per il mondo. In questo senso, sono molto mobili: ci metterebbero un “cip” a spostare il domicilio fiscale in un altro Paese.

Ora, questi contribuenti, checché ne dicano i compagni, non sono uno scandalo. Sono una fortuna. E’ vero che pagano poco per rapporto alla loro ricchezza. Ma questo “poco” equivale comunque, in cifre assolute, a somme ingenti. Che si riversano nelle casse pubbliche senza nessuno sforzo, con contropartita pressoché nulla. Con questi soldi si finanziano i servizi pubblici, la socialità, le infrastrutture a vantaggio dei residenti. La Sinistra vorrebbe ora mettere in fuga questi “contribuenti jolly”. Un atteggiamento che ha per lo meno il vantaggio di chiarire a tutti quale sia la politica degli stranieri di quella parte politica: ci teniamo e spalanchiamo le porte a quelli che delinquono e/o che dobbiamo mantenere, e facciamo scappare quelli che invece ci riempiono le casse pubbliche.

I globalisti, come detto, sono molto mobili. Se dunque la Svizzera abolirà le tassazioni sul dispendio, queste “galline dalle uovo d’oro” semplicemente se ne andranno altrove, dove verranno accolte a braccia aperte. Una cosa va poi sottolineata. La tassazione forfettaria non è un unicum svizzero, ma esiste in molti paesi europei. L’UE non sta facendo pressioni sulla Svizzera per ottenerne l’abolizione. Diversamente da quanto succede col segreto bancario. Eppure c’è già chi vuole calare le braghe in funzione “proattiva”.

Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale
Lega dei Ticinesi

Relatore

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