Categories: Editoriale

Sessantotto, che nostalgia!

[Ho trovato nella Weltwoche questo divertente e significativo brano (di Linus Reichlin) che traduco dal tedesco,fdm]

Un giorno dell’anno 1968 mi ritrovai nel cortile della mia scuola a gridare “Ho, Ho, Ho Chi Minh!”.
Lo gridai perché un paio di miei compagni anziani l’avevano gridato e perché il ritmo mi piaceva. Aveva qualcosa di selvaggio, come martellare coi pugni una porta.
Sempre più numerosi gli scolari si unirono al coro, il ritmo divenne più duro e cristallino, uccellini spaventati svolazzarono all’improvviso fuori da un tiglio. Io non avevo alcuna idea di ciò che gridavo ma mi sentivo straordinariamente bene, anche perché – questo l’avevo capito – il coro era diretto contro i maestri.

Relatore

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  • A mente fredda, io che l'ho vissuto, credo che il 68 abbia incanalato "male" il desiderio di cambiamento che emergeva dal mondo giovanile. È indubbio che esso fu strumentalizzato dalla sinistra. Non ho mai partecipato ad episodi di violenza che spesso si verificavano (es. espropri proletari, con assalti a mense universitarie ecc. anche perché io nel 68 ero al liceo), ma negli anni universitari che seguirono e nei quali si respirava la stessa atmosfera di ribellione, assistetti impotente a molti episodi che aumentarono in me il disprezzo per i comunisti, soprattutto i più esagitati. Posso testimoniare che in quegli anni i socialisti, pur cercando di interpretate la voglia di cambiamento della società, non si sono mai comportati in quel modo, anzi spesso ci capitava, a me (che ai tempi ero socialista) e ai miei "compagni socialisti" di allora di avere fieri scontri con certi esagitati. Ma anche il partito comunista ufficiale non era molto migliore. Quando mettevo qualche copia dell'Avanti nel bar del mio paese, dopo qualche minuto era sparita. La prima fase del 68, quella vissuta al liceo, mi sembrò invece attraversare trasversalmente l'intera (o quasi) generazione di giovani, prima che la violenza prendesse il sopravvento. Ricordo le mie compagne di classe: sembrava l'occasione buona per liberarsi di tante consuetudini e costumi di allora, giuste o sbagliate che fossero, e ci si buttarono dentro con grande fervore. Insomma il 68 potrebbe essere definito, per quella che è stata la mia esperienza, "una pentola in pressione che a un certo punto cominciò a sputare acqua da tutte le parti". È stato positivo, è stato negativo? Secondo me abbiamo detto e fatte molte stupidate e inseguito anche ideali sbagliati, ma, nel bene e nel male, mi porto dietro anche ricordi indelebili.

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