I residui delle droghe consumate dalla popolazione si riversano rapidamente nelle acque di scarico e possono quindi essere usati per “fotografare” in modo rapido e obiettivo il tipo e la quantità di droghe consumate in una città.
Il metodo, ideato nel 2005 per la cocaina dai ricercatori del Dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, è stato allargato a tutte le droghe maggiori e viene presentato alla comunità scientifica come un strumento prezioso e affidabile per l’indagine del fenomeno a livello internazionale.
La ricerca è stata pubblicata dalla rivista scientifica americana Environmental Health Perspectives del National Institute of Environmental Health Sciences, l’istituto governativo statunitense dedicato allo studio delle relazioni tra salute umana e ambiente.
Il nuovo studio mostra come dalla misura di determinati residui delle droghe maggiori (cocaina, anfetamine, ecstasy, eroina e cannabis) si può arrivare, attraverso opportuni calcoli ed analisi, a stimare in modo rapido e obiettivo i reali consumi a livello di grandi comunità, determinando il quantitativo di ogni droga consumato collettivamente ogni giorno.
Il metodo é stato validato per mettere a confronto i consumi tra città diverse e per valutare le variazioni qualitative e quantitative dei consumi nel tempo.
Mettendo a confronto i consumi delle droghe principali in tre diverse città (Milano, Lugano e Londra) appaiono evidenti alcune similarità e differenze locali.
La cannabis risulta essere la sostanza più utilizzata ovunque, ma con consumi maggiori a Londra e a Lugano rispetto a Milano (rispettivamente 61, 53 e 24 dosi al giorno per 1000 abitanti).
Londra sembra avere anche il primato del consumo di eroina (7 dosi) rispetto a Lugano e Milano (3,3 e 2,3 dosi).
La capitale lombarda primeggia invece per il consumo di cocaina (9.1 dosi) rispetto a Londra e Lugano (6,9 e 6,2 dosi).
Confrontando i dati ottenuti dall’analisi delle acque di scarico con le statistiche ufficiali sull’uso delle droghe, gli autori concludono che il nuovo metodo è un nuovo valido ed innovativo strumento che potrà integrare, con dati aggiornati, riproducibili, e comparabili nei diversi siti d’indagine, gli attuali sistemi adottati per lo studio del consumo delle droghe.
E’ possibile accedere all’articolo all’indirizzo http //www.ehponline.org/docs/2008/11022/abstract.pdf
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Gli scarichi urbani rispondono...
ma non dicono TUTTO
(per esempio i nomi...)
Metodo DA PERFEZIONARE.
Questo studio mostra soprattutto che la guerra alla draga sta venendo persa... forse sarebbe ora di cambiare strategia.
No, io credo che questo studio mostri qualcosa di molto piu grave: l'infelicità umana.
Forse prima di pensare a guerre, repressione, legalizzazione o altri metodi per "combattere" l'uso di droghe dovremmo pensare al perché la gente ricorre ad esse.