Colpevoli di ripetuta usura e condannati a 8 mesi di detenzione sospesi per due anni. Così si è concluso il processo per gli abusi nel cantiere del LAC – il nuovo centro culturale di Lugano – a carico del reclutatore di operai e del titolare della Concrete SA.
Nei confronti dei due imputati, la giudice Rosa Item non ha riconosciuto le minacce gravi agli operai avanzate dal procuratore generale John Noseda, che aveva chiesto per gli imputati un anno di detenzione per estorsione e – in subordine – usura.
E’ invece stato prosciolto dall’accusa di falsità in documenti il fiduciario ticinese, che era stato coinvolto nel procedimento giudiziario in quanto amministratore della Concrete SA.
Il “caporale” ha sfruttato la disoccupazione degli operai per farsi promettere una parte del loro guadagno, si legge oggi sul Corriere del Ticino : “un “prelievo” mensile di 1, 3, anche 5 euro per ogni ora di lavoro, cosicché alla fine c’erano operai che invece dei 19 franchi netti previsti dal CCL, erano pagati dall’intermediario dai 13 ai 9 euro.
Una vera e propria modalità di pagamento, che per Item era nota anche al titolare della ditta: se non fossero intervenuti Magistratura e Polizia sarebbero andati avanti con questo sistema.”
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