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Processo LAC Lugano. Mercoledì sera la sentenza

Caporalato : il reclutamento di mano d’opera a basso prezzo a scopo di lucro personale. Un fenomeno che sino a poco tempo fa non toccava i cantieri in Ticino, ma che ora balza alla cronaca per i fatti riscontrati al cantiere del LAC, il nuovo polo culturale di Lugano.

Così commenta nella sua edizione odierna il quotidiano La Regione, riportando del processo che martedì 30 ottobre si è aperto presso le Assise correzionali di Lugano e la cui sentenza verrà emessa mercoledì.

La Regione scrive di una “minacciosa novità rappresentata da una pratica del settore edile finora estranea al nostro Paese: il caporalato” e prosegue “In aula penale attendono il giudizio il ‘caporale’, un 51enne cittadino italiano, principale della Concrete, un connazionale 50enne e l’amministratore della ditta, un fiduciario ticinese 46enne.
Per i primi due l’imputazione è di ripetuta estorsione per aver sfruttato la condizione di bisogno di operai italiani e falsità in documenti … in carcerazione preventiva rispettivamente per due e un mese l’estate scorsa, la richiesta di pena dell’accusa è stata di un anno.
Per il terzo, accusato solo di falsità, il procuratore ha chiesto “alcuni mesi”, non opponendosi alla sospensione condizionale della pena. John Noseda si è battuto per la conferma integrale dell’atto d’accusa.

Nel giugno del 2011 il sindacato Unia ha scoperto che al cantiere LAC c’erano operai che guadagnavano 13, 11 e perfino 9 euro all’ora.
È emerso che la Concrete, subappaltatrice della Comsa incaricata dei lavori al nuovo centro culturale cittadino, aveva rinforzato i suoi effettivi con una decina di operai in più reclutati da un ‘caporale’ che si teneva parte della loro paga.
… Estorsione, secondo l’accusa, o perlomeno usura, dato che si approfitta di una condizione di bisogno; falsità in documenti è l’accusa che si aggiunge alla principale.
Sui contratti di lavoro, che secondo la tesi accusatoria erano solo apparentemente conformi, figurava infatti una paga superiore a quella effettivamente incassata.
… Il 50enne titolare era, per sua stessa ammissione, al corrente di questi accordi illeciti tra ‘caporale’ e manodopera. Avrebbe dovuto opporvisi, ha sostenuto il pm John Noseda.

… Sarebbe accusato a torto il fiduciario … ignorava l’esistenza di accordi segreti, non ne ha conseguito vantaggio alcuno, anzi, solo danni d’immagine.
“Nella contabilità figura tutto, sia per la paga che per le ore straordinarie: non c’è falsità, né queste carte sono documenti – ha sostenuto la (sua) patrocinatrice, respingendo ogni accusa e chiedendo il proscioglimento.”

Redazione

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