Un anno fa, in Tunisia il partito islamico moderato Ennahda vinceva le elezioni per l’Assemblea costituente. Rached Ghannouchi, presidente tunisino, viene accusato di ambiguità dopo che in un discorso ha dichiarato : “I salafisti sono figli della Tunisia”.
Alcuni passaggi di un’intervista che Ghannouchi ha di recente accordato al quotidiano francese Le Monde.
“Si deve evitare il discorso del nemico interno – spiega Ghannouchi – Abbiamo l’esperienza dell’ex presidente Ben Ali, che aveva imprigionato decine di migliaia di militanti di Ennahda e diabolizzato il partito.
Poi il regime è caduto e oggi Ennahda è al potere. Se vogliamo demonizzare i salafisti, tra dieci o quindici anni saranno al potere … Per questo parliamo di loro come cittadini, non come nemici.”
“La novità oggi è la separazione tra i poteri, la fine del potere assoluto, la garanzia dei diritti dell’uomo e dei diritti sociali. Non vi è nulla contro l’Islam né contro i diritti dell’uomo.”
“Ennahda è al potere da un anno. Dovendo tirare un bilancio si può dire che le richieste degli ultimi 50 anni non possono essere realizzate in un anno.
Il primo obiettivo della rivoluzione, la libertà, è acquisito : nessun partito è stato proibito, nessun giornale, nessuna televisione e non vi è alcun processo politico.
Per il secondo obiettivo, la giustizia sociale, cinque o dieci anni non saranno sufficienti.”
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